Cane impiccato a Palermo e gatto trafitto da una lancia a Genova

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By lotta75

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La crudeltà non ha mai un limite nei confronti dei nostri quattro zampe. Da chi li considera degli oggetti dei quali potersi disfare in ogni momento a chi senza un briciolo di scrupolo li maltratta fino alla morte. Comportamenti estremi di persone incivili che molto spesso celano storie di violenze subite nel loro passato e che poi sfogano la loro patologia su piccoli esseri innocui ed innocenti, anche solo per gioco! (clicca qui)

Ecco perché dopo la notizia del cane sepolto vivo in Francia (clicca qui), fanno rabbrividire due notizie rimbalzate sulle pagine dei quotidiani nazionali: quella di un cane trovato impiccato ad un palo di un vigneto nelle campagne di Partinico, in provincia di Palermo e quella di un gatto trafitto da una lancia di grosso calibro, lunga 53 centimetri, deceduto per le gravi ferite riportate agli organi interni in provincia di Genova.

La polizia sta indagando sul caso del cane trovato morto in Sicilia, ipotizzando che alcune persone senza scrupoli si siano in questo modo sbarazzate di un randagio che probabilmente le infastidiva. Quello del randagismo è un fenomeno preoccupante in alcune regioni del belpaese e lo stesso Alessio Di Dino, responsabile della Lega Internazionale Vigilanza (LIV), che si occupa deel controllo del randagismo nelle zone rurali del palermitano, ha sottolineato che “il caso di Partinico mi ha fatto ricordare il cane Stefano, rinvenuto a testa in giù appeso ad una corda in un torrente nei pressi di Monreale. Un secondo cane venne trovato ormai morto con la testa semisommersa. Erano stati presi a fucilate. Purtroppo questi episodi non sono così rari. Salvo rare eccezioni non esiste una vera analisi del fenomeno del randagismo che dovrebbe essere contrastato innanzi tutto con una capillare microchippatura dei cani abbinata al controllo degli animali, padronali e non”.

Mentre a Boasi di Lumarzo, frazione di Genova, c’è sconforto per il piccolo micio trovato con un dardo di balestra con la testa in acciaio e l’anima in alluminio, conficcato nel corpo.  Il micetto non ce l’ha fata ed è deceduto poco dopo i suo trasferimento in una clinica veterinaria. Seconde le Guardie Zoofile Ambientali ci sono poche possibilità di rintracciare i responsabili di questo gesto in quanto si tratta di una zona di passaggio.

Una cattiveria gratuita perché il micio era ormai conosciuto da tutti e veniva accudito dai residenti del quartiere. Le guardie ambientali hanno evidenziato come ci sono numerosi casi di persone che sparano con i fucili ad aria compressa anche in piena città sui gabbiani, ma anche altri animali, ma che si tratta della prima volta che è stata utilizzata una balestra. Per le guardie occorre “una legislazione più severa su questi tipi di armi che sono in grado di offendere seriamente anche l’uomo”.

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