Ragazzini uccidono a sassate cucciolo di gabbiano

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By lotta75

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gabbiano reale

Agghiacciante fatto di cronaca che coinvolge ancora una volta dei ragazzini colpevoli di violenza nei confronti di un povero animale.

Nel centro storico di Palermo, a Piazza Marina, un gruppo di ragazzini hanno preso a sassate un giovane esemplare di gabbiano reale, caduto a terra durante le prove di volo. Il povero volatile ha riportato diverse fratture alle ali e alle zampe. Fortunatamente, tra i presenti  vi era anche un bambino, più sensibile degli altri, che si è interposto tra il gabbiano e la baby gang, contribuendo ad allontanarla dall’animale e a chiedere aiuto ai passanti, indifferenti alla fine, il ragazzino ha chiamato le forse dell’ordine che non hanno preso sul serio la segnalazione. Scoraggiato ma motivata ad andare fino in fondo, il giovane attraverso i social è risalito alla Lipu di Palermo che si è attivata per recuperare il volatile che, nel frattempo era però deceduto.

Rammarico e rabbia espressa da Giovanni Cumbo, delegato Lipu di Palermo, il quale ha sottolineato che si è trattato di “un atto di puro sadismo e cattiveria gratuita quella che si è consumata a Piazza Marina da parte di un gruppo di ragazzini di quartiere. Sicuramente mancanza di educazione da parte dei loro genitori. Quello che mi chiedo è se da ragazzini uccidono un gabbiano, da grandi quale atto malvagio saranno capaci di fare?”.

Cumbo ha poi ricordato che “in episodi come questi, abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti, compresi i cittadini ed i turisti perché, nella maggior parte delle volte, il dramma si consuma prima di qualsiasi intervento. Invitiamo tutti a denunciare alle Forze dell’Ordine tali atti barbari. La fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato ed è oggetto di tutela”.

Il povero esemplare è stato recuperato dai volontari che lo hanno affidato all’Istituto Zooprofilattico di Palermo per un esame autoptico.

La Lipu ha poi ricordato che il gabbiano reale è nell’elenco delle specie protette dalla Direttiva Uccelli, denunciando che la sua presenza nelle città colpa dell’uomo che produce rifiuti sporcando le città.

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