Pantelleria, polemica sull’ordinanza di soppressione per tre tori

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By Antonio Papa

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E’ polemica in seguito alla decisione del Comune di Pantelleria di procedere all’abbattimento di tre esemplari di tori che vivono da sette anni sul territorio. Secondo quanto riferito dall’associazione ‘Animalisti italiani onlus’, gli amministratori dell’isola siciliana, per ovviare all’assenza di personale preposto a prendersi cura dei tre animali ha deciso di avvalersi di una drastica soluzione avallando la controversa scelta di terminare i tre bovini. I tre tori da circa 3 anni non hanno più chi possa provvedere ai loro bisogni, e questo vuol dire che nessuno più è disponibile o disposto a condurli al pascolo. Contemporaneamente, dei recenti incendi hanno bruciato le campagne nelle quali solitamente girovagavano liberi, causando il loro avvicinamento ai centri abitati con conseguenti disagi per la popolazione locale.

Da qui la scelta di risolvere il problema alla radice, avallando la caccia ai tori che potrebbe diventare effettiva nel volgere di poco tempo. Ma le associazioni animaliste della Sicilia e non stanno facendo pressioni affinché si possa convincere il Comune di Pantelleria ad optare per soluzioni più umane. E’ stato posto all’attenzione dell’amministrazione del posto la possibilità di adattare i tori in una valle nei pressi della quale ci sarebbero persone che avrebbero già fornito la loro disponibilità a prendersi cura degli animali.

Walter Caporale, presidente dell’Associazione Animalisti Italiani Onlus, ha affermato: “Tante situazioni apparentemente difficili possono essere risolte con la più semplice delle decisioni, e questo è uno di quei casi. Abbattere gli animali quando c’è di mezzo la sicurezza delle persone può essere la via più rapida, ma di certo è la più cruenta. E’ possibile agire in altri modi e spero che il Comune di Pantelleria ritiri la sua ordinanza e dia ascolto a chi protesta giustamente, altrimenti siamo pronti ad inoltrare denuncia per maltrattamento di animali, un reato penale perseguibile dalla legge italiana”.

 

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