San Valentino, regalate peluches invece dei cuccioli

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By Antonio Papa

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San Valentino, cucciolo ©Getty
San Valentino, cucciolo ©Getty

Tra una settimana cadrà la ricorrenza di San Valentino, con il 14 febbraio notoriamente noto per essere dedicato agli innamorati. E la festa delle persone che si amano paradossalmente finisce con il fare del male a tanti cuccioli innocenti. Perché è ancora prassi diffusa regalare un cagnolino ed un gattino, cavalcando l’onda euforica dell’amore, salvo poi non prendersene cura con la dovuta attenzione già poco tempo dopo.

Annualmente si pensa che circa ottomila cuccioli vengano donati da un partner all’altro, ma la stima include anche criceti, coniglietti, tartatughine ed anche pesciolini rossi. A volte, trattandosi di un regalo non previsto, con esso arrivano anche le complicazioni del caso. Che vengono risolte con un abbandono senza se e senza ma…senza pensare a che ne sarà di quel piccolo esserino che dovrebbe rappresentare l’amore e che invece finisce in mezzo alla strada, solo in una campagna o gettato in uno scarico di fogna.

Perciò AIDAA si mobilita per limitare al massimo questa abitudine che con la festa degli innamorati nulla ha a che vedere. Il presidente di AIDAA, Lorenzo Croce, invita a non regalare animali, in quanto cani, gatti & Co. non sono dei peluches da poter tenere a posto per prendere quando meglio si pensa. Sono essere viventi. Il consiglio è quindi quello di regalare un pupazzetto. E se proprio le persone intendono donare un cucciolo, che lo facciano con il massimo della consapevolezza, pensandoci su il tempo necessario e tenendo ben presenti le conseguenze di un atto così importante.

L’abbandono di animali rappresenta una vera e propria piaga da debellare con tutti gli sforzi possibili. E’ soprattutto da lì che ha poi luogo l’altrettanto triste fenomeno del randagismo, che a sua volta è una problematica altrettanto difficile da arginare. A questo proposito la Regione Lombardia ha legittimato una serie di normative per cercare di porre un freno a tutto ciò.

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