Tre cuccioli trovati morti per avvelenamento. Il dolore e la rabbia della comunità che li accudiva.

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By Andrea caroletti

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Ancora una volta ci ritroviamo qui a dover parlare di come la mano infame dell’essere umano sappia regalare solo dolore quando vuole. Nell’area attrezzata per i cani in contrada Trinità di Delia si è consumato un’altro dramma, che ha visto coinvolti tre cuccioli di cane, che erano ormai le mascotte di tutti coloro si recavano, o con i loro cani per farli giocare, o andavano appositamente per portare da mangiare e un po di coccole a questi tre piccoli esseri indifesi, che l’unico “difetto” che avevano era quello di non avere una casa e un po di amore familiare.

Dopo il ritrovamento dei tre cani stroncati dal veleno che hanno assunto in del cibo contaminato manualmente da qualcuno che voleva fargli del male, le reazioni sono state tante e di diverso genere. C’è chi ha affisso cartelli di carta insultando pesantemente gli autori di questo gesto tanto macabro quanto vile. Ma ce stato anche chi ha provato a gettare acqua sul fuoco, cercando di “giustificare” questo gesto pensando ad una persona sola, che in raptus di follia ha scelto queste piccole creature indifese come obiettivo dei suoi malesseri. E poi c’è lei, la signora Caterina, che era considerata la “mamma” adottiva di questi cani, pur non potendo tenerli direttamente con lei tutti i giorni, Natale e primo dell’anno compresi, si recava qui e gli portava da mangiare. Il suo dolore era quello di chi aveva perso una parte di se stessa, ed il suo cartello per i cuccioli e quello che ha segnato di più. Nessuna reazione inconsulta, nessun odio reiterato, ma ancora solo amore. “Riposate in pace creature meravigliose” così recitava la sua ultima dedica a quei cuccioli che accudiva come fossero i suoi. Una dedica che strazia il cuore, come il gesto di un folle ha straziato il suo di cuore. Sono già partite le ricerche per cercare di individuare l’autore di questo triste gesto, nel mentre l’unica cosa che rimane e solo una domanda, perché fare questo a chi già soffre di par suo?

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