Maxi sequestro di cani destinati al macello in India

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By lotta75

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Lo scorso anno rimbalzò sulle pagine internazionali un’inchiesta shock condotta dalla Humane Society Inernational che aveva mostrato l’orrore del commercio di carne di cane a Nagaland in India. A distanza di un anno, la situazione drammatica resta immutata e quello che è l’avamposto del commercio della carne tra l’India e i paesi del Sud est Asiatico torna sotto ai riflettori con un sequestro di 75 cani, trasportati illegalmente da Assam. I poveri esemplari erano accatastati gli uni sugli altri dentro a dei sacchi di iuta ancora vivi.

La polizia ha intercettato il mezzo che si stava dirigendo a Dimapur via Rupohihat e ha arrestato quattro trafficanti, avvalendosi della collaborazione della ONG People for Animals intervenuta sul posto per recuperare i cani. Sangeeta Goswami, presidente della ONG, ha dichiarato in merito che 22 cani sono morti per lo stremo o per soffocamento mentre gli altri esemplari sono stati trasferiti presso un rifugio dell’organizzazione. Molti cani, hanno specificato i volontari sono in pessime condizioni e non sarebbero in grado di camminare. Cani di razza di vario tipo, per cui le autorità sospettano che vi sia una più vasta organizzazione di commercio illegale che spazia dalla cattura dei cani, al loro trasporto fino alla vendita.

Secondo le indiscrezioni, un cacciatore di cani viene pagato all’incirca 50 rs rupie indiane, equivalenti a circa o,70 cs di euro mentre la carne di cane è rivenduta a circa 4’00/500 rs rupie indiane, pari a circa 6 euro al chilo.

Una realtà piuttosto sconcertante sulla quale sono intervenuti diversi gruppi animalisti per fare pressione sul governo locale affinché vietasse il consumo di carne di cane nella provincia. Nel mese di marzo del 2017, il governo aveva emesso un ordine con il quale ha imposto il divieto di cattura dei cani per destinarli al macello e al mercato alimentare. Nonostante ciò, in molte città oltre che a agaland e Dimapur si continua a vendere i cani sui banchi dei mercati, denunciano le organizzazioni.

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