Vaccini per cani e gatti: in Italia percentuali troppo basse

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By Gabriele

Cani, Salute dei Cani

(Ulet Ifansasti/Getty Images)

L’allarme viene lanciato dai veterinari, per bocca di Marco Melosi di Anmvi (Associazione nazionale medici veterinari italiani), e Carla Bernasconi, vice presidente Fnovi (Federazione nazionale ordini veterinari italiani): in base ai dati di una ricerca GfK Eurisko, risalente ad appena pochi giorni fa, solo il 46% dei proprietari di cani e gatti fa vaccinare il proprio animale.

Spiega Melosi: “Si tratta di una percentuale piuttosto bassa e insufficiente, indice di un atteggiamento che non aiuta ad eradicare malattie infettive pericolose, anche mortali per i nostri animali, come la parvovirosi e il cimurro. Siamo molto lontani dal desiderato 95%, soglia raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per gli esseri umani, ma che permetterebbe di ottenere la cosiddetta ‘immunità di popolazione’, anche tra i nostri amici a quattro zampe”.

“La ricerca dimostra che c’è ancora molto da fare: in particolare per i cuccioli di cane, che sono estremamente vulnerabili alle malattie infettive ma al tempo stesso hanno bisogno di socializzare fin dalla tenera età con i propri simili” – prosegue Melosi – “La vaccinazione, inoltre, deve essere eseguita esclusivamente dal veterinario, unica figura in grado di valutare e garantire la salute dei nostri amici a quattro zampe, attraverso la definizione di un piano vaccinale adeguato e modulato sulle esigenze di ogni singolo animale”.

La Bernasconi aggiunge: “Il nostro Paese dovrebbe fare sicuramente di più per i cani e per i gatti: come svela la ricerca, in Italia gli animali da compagnia vaccinati sono ancora troppo pochi”. Va ricordato che la diffusione delle vaccinazioni del cane ha contribuito negli anni a ridurre l’incidenza di malattie potenzialmente fatali. I vaccini obbligatori sono quelli contro il cimurro, la parvovirosi, l’epatite infettiva, la leptospirosi e la tracheobronchite infettiva.

Sono moltissimi invece i vaccini che sono a discrezione del veterinario: innanzitutto quello contro la rabbia, poi quello contro la malattia di Lyme, contro l’herpes virus, contro la bordetella, contro il coronavirus, contro la borrella burgdoferi e contro la piroplasmosi. In alcuni Paesi la vaccinazione antirabbica è obbligatoria e il vostro cane dovrà farla se volete portarlo all’estero.

Spesso, peraltro, sono i volontari a dover fare tutto da soli, come ci ha spiegato una giovane volontaria siciliana, Federica Anzaldi: “Poche persone ci fanno delle donazioni e da sole provvediamo alle spese veterinarie quando troviamo un animale, abbiamo sempre i debiti con l’ambulatorio. Vacciniamo, sverminiamo e sterilizziamo a spese nostre oltre che a mantenere i cani al rifugio e i randagi che sono per strada. C’è molta ignoranza dalle nostre parti, non c’è la cultura del cane come membro della famiglia”.

 

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