Cane scaccia ladri e viene ferito: soppresso perché aggressivo

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By Antonio Papa

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FOTO – (Facebook: Kodi’s Army)

Ha generato sconcerto e rabbia profonda la decisione da parte delle autorità dello stato australiano della Tasmania di abbattere un cane, Kodi, il quale in passato si era reso protagonista di un atto eroico salvando i propri padroni. Il quattrozampe aveva infatti affrontato dei ladri che si erano intrufolati nell’abitazione dei suoi padroni, lottando per impedire loro sia di rubare in casa che di eventualmente ferire o fare di peggio agli umani ai quali si era legato. Alla fine ha rimediato sette coltellate in seguito alle quali Kodi ha subito diversi danni, ma nel frattempo l’intento di allontanare i malintenzionati era riuscito ed il cane era riuscito a tenere al sicuro i suoi padroni.

Eppure quanto fatto ha rappresentato la condanna a morte per quell’eroico animale, visto che le autorità aveva espresso delle perplessità sul fatto di tenere in vita un cane che aveva riportato ferite e lesioni così importanti. Da qui è partita quindi la richiesta ai veterinari che avevano preso in cura Kodi di sopprimerlo, una scelta avallata anche dal giudice ma non per motivazioni legate alle lesioni riportate dal cane ed al suo eventuale diritto di non soffrire: no, la sentenza del tribunale è di quelle che davvero riescono a far dubitare le persone riguardo all’efficacia ed al buon operato della Giustizia.

Per il giudice infatti Kodi andava soppresso perché si era mostrato essere un cane pericoloso, dal momento che aveva aggredito gli sconosciuti entrati in casa. Ragionando in questo modo allora ogni cane da guardia al mondo andrebbe abbattuto. Per fortuna i proprietari di Kodi si sono visti accettare in extremis il loro ricorso, in seguito al quale è stato stabilito che il cane sarebbe dovuto restare in gabbia. Questa cosa a sua volta ha però influito negativamente sulla psiche del povero animale, che vistosi privato della sua libertà, è caduto in un profondo stato depressivo. Questo è bastato alle autorità per richiederne di nuovo la soppressione, che è infine avvenuta attraverso una iniezione letale. Tutt’altra storia rispetto a quanto avvenuto invece ad un altro povero quattrozampe.

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