“La mia missione è salvare i randagi”: convince anche il padre reticente

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By Gabriele

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Ismael Mungaya e i suoi randagi

Ismael Mungaya è un ragazzo di 21 anni di Arusha, nella Tanzania settentrionale, che ha un obiettivo: prendersi cura dei cani randagi. La prima volta che ha deciso di fare di questa una passione una ragione di vita, portando nell’abitazione dei genitori il primo randagio, suo padre voleva quasi cacciarlo di casa, anche perché nel villaggio i cani non sono animali ben visti e sono considerati creature sporche.

Il 21enne non voleva però più abbandonare la sua cagnetta Tina, il primo tra i randagi di cui aveva deciso di occuparsi, che peraltro aveva appena partorito: “Mi sono sentito molto triste per lei” – racconta Ismael Mungaya – “Ho portato a casa Tina e suoi cuccioli e ho costruito per loro una cuccia che li riparasse dalla pioggia e ho iniziato a dar loro da mangiare”.

E’ però chiaro che in certi casi la forza di volontà non basta: “Non avevo idea che i cani potessero essere vaccinati contro qualsiasi malattia. Sapevo solo che potevo nutrirli e trovare loro delle case”. A questo punto, lascia un post su Facebook, un appello a cui qualcuno risponde: “Ho trovato un amico molto gentile e un grande amante degli animali. Mi è venuto a trovare e ha portato un po’ di cibo per i cani e ha chiamato un veterinario che è venuto e li ha vaccinati. Un’altra amica mi ha raggiunto e mi ha aiutato a sterilizzare tutti i cani”.

Ismael Mungaya, da quel momento in poi, ha continuato a salvare altri cani, tanto che la sua determinazione e la sua passione hanno convinto anche il padre, che gli ha permesso di costruire un rifugio improvvisato. La storia del 21enne ha iniziato a circolare in rete e tante persone hanno iniziato ad assistere il giovane, che a oggi si è preso cura di oltre trenta cani.

In questi mesi non sono mancati i momenti difficili, uno su tutti la fuga di Tina, che vista per strada da qualcuno è stata sparata, colpendola ad una zampa e al collo. Fortunatamente uno dei nuovi amici di Ismael Mungaya l’ha raccolta per strada e portata dal veterinario, salvandole la vita. Un’altra difficoltà è quella che riguarda le spese del rifugio. Dice il giovane: “A volte perdo la speranza quando la gente mi abbandona, ma dico sempre che ho un piano per questi cani nel mio cuore. Il primo cane che ho aiutato ha aperto il mio cuore nei confronti di tutti gli altri. E il mio obiettivo ora è quello di aiutare i cani per il resto della mia vita”.

Emerge dunque una bella vicenda, che si contrappone a quanto vi abbiamo raccontato nelle scorse ore su quanto successo nel comune di Terzo, in provincia di Alessandria. Stando alle indiscrezioni denunciate da Enpa, la giunta Comunale avrebbe deliberato lo scorso 4 luglio e poi affisso l’8 luglio, una nuova ordinanza con la la quale impone il divieto sul territorio comunale di somministrare cibo ai piccioni, ai volatili e ai randagi, “senza specificare di quali animali si tratta”, sottolinea Enpa.

L’ente animalista evidenzia non poche incongruenze nell’ordinanza a cominciare da un aumento di piccioni che a dire il vero non sarebbero stati mai censiti né tanto meno sarebbero stati oggetti di uno studio per il quale sostenere quanto indicato nella delibera.

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