Combattimenti clandestini: pitbull si “allenano” contro poveri meticci

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By Gabriele

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(Pixabay)

Si torna a parlare di combattimenti tra cani nel trapanese. In precedenza era arrivata la denuncia di Enrico Rizzi, presidente dell’associazione di carattere animalista e ambientalista NOITA. Questi nelle scorse settimane aveva lanciato diverse accuse. Innanzitutto quella di “maltrattamento di animali”, a carico di soggetti ignoti, organizzatori di combattimenti clandestini tra pitbull. In subordine, quella di “omissione d’atti d’ufficio”, a carico degli agenti della Polizia municipale di Trapani. In sostanza nella città capoluogo di provincia siciliana da anni si denunciano incontri clandestini e nessuno interviene. Si sottolinea poi ancora come spesso i pitbull vengano fatti “allenare” con dei meticci rinchiusi con loro in gabbia.

Spiegava in un doppio esposto Enrico Rizzi di aver appreso di un combattimento fra cani violentissimo. Così violento “tanto da percepire fino alla propria abitazione le strazianti grida di lamento di un animale”. Il povero cane sarebbe stato “ferito a morte e lasciato agonizzare fino al sua decesso”. La carcassa del cane venne poi riposta in una scatola ed abbandonata.

A quel punto, l’esponente animalista aveva contattato il 113, richiedendo l’intervento della Polizia municipale di Trapani, che si sarebbero limitati a rimuovere la carcassa dell’animale. Non sarebbe stato condotto alcun altro controllo. “Non aver accertato la presenza di altri cani e non aver condotto indagini volte ad accertare l’identità degli autori del brutale fatto” farebbe configurare il reato di “omissione di atti d’ufficio”.

Di quanto accade ha parlato anche Raimonda Grimaudo, vice delegata della sezione Trapani Oipa, Organizzazione Internazionale Protezione Animali. L’animalista ha spiegato al portale newsicilia.it: “I cani, generalmente dei pitbull, sono rinchiusi in spazi angusti e non hanno neanche il loro spazio vita. Sono tenuti in condizioni orribili. Si capisce benissimo che sono utilizzati per le lotte clandestine e che vengono incitati alla violenza”.

Questo avviene “sia dalle ferite che portano, sia per la loro aggressività nei confronti degli altri cani. Dentro alcune gabbie sono rinchiusi anche dei meticci. A loro spetta una fine ancora più triste, perché servono per far allenare i pitbull prima dei combattimenti”. La Grimaudo traccia anche una mappa dei posti dove si tengono questi incontri, poi spiega: “La situazione è complessa e coinvolge troppi enti, primo tra tutti l’Asp veterinaria, che dovrebbe effettuare dei controlli mirati”.

“A volte passano e si accertano che i cani siano vaccinati, ma niente di più. In realtà sono situazioni poco idonee e tutti lo sanno”, sintetizza Raimonda Grimaudo. Quindi insiste: “Per quanto riguarda le forze dell’ordine, spesso non intervengono perché sono situazioni delicate che riguardano persone agli arresti domiciliari. Si muovono solo in condizioni eclatanti e se è strettamente necessario”. Infine conclude: “Dovrebbe essere il Comune a intervenire radicalmente. Speriamo che con questa petizione qualcosa si muova, in questi casi è importante fare più rumore possibile”.

Una pratica che qualcuno vuole legalizzare

Purtroppo quella dei combattimenti tra cani è una piaga annosa che qualcuno vorrebbe legalizzare. Alla fine dello scorso anno, nel quartiere di  Montesilvano a Pescara, un residente esasperato ha filmato un combattimento in pieno pomeriggio tra due giovani pitbull. Questi venivano aizzati l’uno contro l’altro per strada, davanti ai cancelli delle abitazioni. In precedenza era avvenuto un maxi sequestro di 78 cani da combattimento, tra i quali Pit bul, Dogo Argentino e American Staffordshire Terrier.

Più di recente, un povero cane è stato trovato vagante per la strada con una corda legata al collo. Una corda maledetta con la quale quel povero animale era stato condannato alle peggiori sevizie e brutalità. L’esemplare, un dogo argentino, è stato soccorso da una volontaria a Casal di Principe. Il cane presentava diverse ferite e cicatrici su tutto il corpo, riconducibili ai combattimenti tra cani.In un post di denuncia, pubblicato su Facebook, la giovane donna che ha recuperato il cane ha denunciato tutti gli orrori ai quali vengono sottoposti questi piccoli esseri.

 

GM

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