Green Hill, processo a carico di 13 animalisti: “I cani erano feriti e apatici”

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By lotta75

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Un cucciolo di Beagle viene salvato da alcuni animalisti entrati nell'allevamento Green Hill di Montichiari, Brescia, 28 aprile 2012. I cani Beagle sono allevati a Montichiari e destinati alla vivisezione. ANSA/FILIPPO VENEZIA

E’ in corso un processo al Tribunale a Brescia  a carico di tredici animalisti, con l’accusa di rapina, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale, che il 28 aprile del 2012 presero parte ad una manifestazione durante la quale hanno fatto un blitz nei capannoni dell’allevamento di Green Hill, a Montichiari.

Le tredici persone sono state arrestate e detenute in carcere per tre giorni: “Siamo entrati a Green Hill per salvare gli animali e al momento dell’ingresso nei capannoni i cani presentavano numerose cicatrici ed erano apatici”, hanno dichiarato gli animalisti che portarono via diversi cani di proprietà dell’allevamento di beagle, chiuso nell’estate del 2012.

I proprietari della struttura sono stati poi condannati lo scorso gennaio per maltrattamenti sugli animali. Nell’ambito di questo nuovo processo, la società Green Hill si è costituita parte civile.

Un processo commuovente durante il quale alcuni animalisti ricordando l’orrore che hanno visto a Montechiari si sono messi a piangere, tanto che lo stesso giudice, Angelica Nolli, è stato costretto ad intervenire sostenendo che “le aule di tribunale sono abituate alle lacrime, ma in altri contesti”.

 

Il processo è stato aggiornato al prossimo 21 settembre, mentre rispetto al processo a carico di Green hill, gli avvocati difensori hanno presentato un ricorso in appello.

L’amministratrice Ghislaine Rondot, il veterinario Renzo Graziosi, e il direttore Roberto Bravi, erano stati condannati in primo grado per maltrattamento e uccisione di animali, a 18 mesi i primi due e per gli esperimenti sui beagle ad anno di reclusione il terzo. Nel ricorso, gli avvocati chiedono l’assoluzione o reati più lievi dal maltrattamento e uccisione di animali e la restituzione dei tremila cani affidati alle famiglie.

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