Le associazioni animaliste rispondono al Santo Padre: “Chi ama gli animali ama i propri simili”

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By lotta75

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Come prevedibile, la riflessione del Santo Padre sul tema della pietà e della compassione ha sollevato lo sdegno degli animalisti. Nel corso di un udienza in Piazza San Pietro, Papa Francesco ha esordito ammonendo che “molte volte vediamo gente tanto attaccata ai gatti e ai cani, e poi lasciano senza aiuto la fame del vicino e della vicina”.

Una posizione che non è stata accolta favorevolmente dalle associazioni animaliste a cominciare dall’Ente Nazionale Protezione Animali (Enpa): “Santo Padre, la capacità di amare non fa distinzioni. Chi ama gli animali sa amare i suoi simili, chi non sa provare affetti non ama né gli animali, né i vicini, né il suo prossimo. Lo ha detto San Francesco già 800 anni fa. Il Santo di cui Ella, Santità, ha scelto di portare il nome perché certo ne condivide l’insegnamento”, ha dichiarato la presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi.

Più dura la posizione dell’Associazione Italiana difesa animali e ambiente (Aidaa) che come l’Enpa ricorda “il poverello di Assisi che parlava con i lupi, gli uccelli e con tutti gli animali del creato che si è recato da un papa di Roma vestito di un saio fatto di juta”.

L’Aidaa in un post condiviso sul suo blog ha poi rilanciato che “dopo alcuni secoli c’è un argentino che da piccolo sognava di fare il macellaio e poi diventato papa ha ripreso il nome del poverello di Assisi ma che anziché parlare con gli animali, bacchetta coloro che lo fanno e allo stesso tempo fa generiche dichiarazioni di tutela dell’ambiente, come se gli animali non facessero parte del creato che tanto era amato dal poverello e tanto strumentalizzato dal suo clone moderno”.

L’associazione attacca senza mezze misure la posizione della Chiesa, evidenziando come in prossimità della destinazione dell’8 o del 5 per mille, stia in realtà effettuando una specie di pubblicità promozionale affinché siano dati i fondi alla Chiesa: “Don Antonio Mazzi credo che tutti lo conosciate non tanto come il prete che salva i drogati ma per quello che scopa le drogate che stanno nella sua comunità e che andava in televisione tutti i giorni e che nel contempo si dimenticava di dire messa e di celebrare i sacramenti, che per un prete è il primo imprescindibile dovere della sua missione. Bene questo signore che diceva di non dare soldi a chi tutela gli animali, perdona pubblicamente i vari assassini ed assassine di uomini e donna ed innocenti”, scrive Aidaa che dopo una sferzate critica al benessere dei prelati, conclude che “Francesco ha detto che un giorno ritroveremo i nostri animali in paradiso. Bene mi piacerebbe tanto assistere all’incontro tra questo papa e le mucche sgozzate ed ammazzate per farne bistecche che lui si ingolla tutti i giorni, mi piacerebbe davvero esserci…”.

Il presidente Aidaa, Lorenzo Croce, alle parole del Papa aveva subito replicato che “sono irresponsabili e fuorvianti”, spiegando che “nella mia esperienza di vita ho sempre visto situazioni esattamente inverse, e cioè persone che dicevano di amare il prossimo e in realtà odiavano uomini e animali. Amare gli animali non è alternativo a voler bene al prossimo ma solo complementare”.

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