Dossier Lav. Randagismo in calo in Italia

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By lotta75

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RANDAGI

Ogni tanto giungono buone notizie. Secondo il Dossier Randagismo 2016 pubblicato dalla Lega Anti Vivisezione (Lav) emerge che in Italia, il fenomeno del randagismo sarebbe “apparentemente in flessione”.

Si registra una diminuzione del 22,40% dei cani nei canili negli ultimi 10 anni. Tuttavia, nel rapporto viene sottolineato che vi sono delle differenze dal punto di vista regionale, soprattutto tra il Nord del Paese e il Centro-Sud.

Al Sud permane il problema dei canili sovraffollati e il fenomeno diffuso del randagismo con una riproduzione incontrollata per cui  non vi sono politiche di sterilizzazione.

Ma il problema della sterilizzazione è un po’ carente in tutto il paese, per cui nel 2015 sono stati sterilizzati soltanto 26.044 cani e 50.513 gatti.
Secondo i dati forniti dalle Regioni e Province autonome, eccetto Emilia Romagna, Calabria e Sicilia, nel 2015 vi erano 92mila i cani presenti nei canili-rifugio rispetto ai quasi 120mila esemplari nel 2006.  Lo scorso anno si sono registrati gli ingressi di 51mila cani nei canili, laddove nel 2014 erano 104mila.

Dati positivi anche per un aumento delle strutture di accoglienza, soprattutto in Puglia, Piemonte e Campania. Infatti riporta la Lav, aumentano del 24% i canili sanitari e quelli rifugio,  per cui siamo passati da 959 strutture del 2006 alle 983 del 2015;.

La Lav ha evidenziato che il numero di cani randagi resta ancora importante in Campania, Basilicata, Sardegna e Lazio e per quanto riguarda i costi, nel 2015 sono stati destinati circa 118 milioni di euro per la gestione dei canili nel Bel paese.

Dato negativo invece per le adozioni: si registra una lieve calo del -1,3% nel 2015 passando dai 33.202 cani adottati nel 2014 a 32.764 cani, lo scorso anno.

Infine, sembrano quasi inesistenti i gattili, considerando che vi sono unicamente 79 strutture in tutta Italia. Il maggior numero di colonie feline è registrato in Lombardia con 11.595 colonie nel 2015, seguita da Veneto (7.682), Marche (6.072) e Toscana (5.341).

“Per giungere a sanare questo fenomeno, che rappresenta una piaga, innanzitutto per gli animali, ma anche per la società civile è fondamentale lavorare sulla prevenzione, incentivando sterilizzazioni, iscrizioni in anagrafe canina e identificazione obbligatoria per i gatti, e nella promozione delle adozioni consapevoli. Si potrà così ottemperare a un obbligo di legge, incrementando l’efficacia, Ilaria Innocentil’efficienza e l’economicità dell’azione amministrativa”, ha commentato  , Responsabile LAV area Animali Familiari, curatrice del dossier.

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