Sevizie orribili ai gatti della nipote: arriva la condanna

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By Gabriele

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(Pixabay)

Si conclude con una condanna un brutto caso di maltrattamento di animali, nella fattispecie dei gatti, avvenuto qualche anno fa nel riminese. Un uomo di 77 anni residente nell’entroterra riccionese è stato infatti condannato a un anno dal giudice Monocratico del Tribunale di Rimini Antonio Pelusi, pena superiore ai sette mesi che aveva chiesto il pubblico ministero.

Le accuse nei confronti dell’anziano, che dovrà risarcire la vittima con 5mila euro e 2mila euro per le spese legali, sono quelle di aver commesso sevizie orrende contro un gatto e di aver ferito in maniera grave un labrador, entrambi di proprietà di una 61enne invalida e con la passione per gli animali, che si è costituita parte civile con l’avvocato Maria Luisa Trippitelli.

Era stata proprio la donna ad allertare i militari dell’Arma dei Carabinieri, nel 2015, perché si vedeva sparire sistematicamente i gatti. La donna, che è nipote del 77enne ed è costretta sulla sedia a rotelle, vive in campagna, proprio affianco a casa dello zio, che non gradiva la presenza degli animali e l’aveva anche minacciata in presenza di alcune amiche.

Successivamente, il labrador di proprietà della figlia della padrona di casa era incappato in una tagliola, rimanendo ferito seriamento. Quindi era toccato all’ennesimo gatto fatto sparire: era infatti riapparso, pochi giorni dopo, morto ed eviscerato nel giardino dell’abitazione. Anche in questo caso, come accertato dai carabinieri giunti sul posto, era stata usata una tagliola per catturare il micio.

Nelle scorse ore, era emersa la vicenda di una donna romana affetta da gravi disturbi psichici che segregava in casa animali di diverse specie ed è ora sospettata delle morte di quattro gatti. I felini sono stati rinvenuti privi di vita nell’abitazione del quartiere Appio Latino, in seguito allo sgombero ottenuto da Antonio Colonna, specialista in procedure giudiziarie che riguardano la tutela degli animali. Ora l’ultima parola sulle cause della morte dei gatti spetta all’Istituto Zooprofilattico del Lazio.

“Soltanto io ne ho raccolti e salvati otto, in condizioni terribili” – sono state le parole di Antonio Colonna – “Altri sono stati presi da alcuni volontari, uno di loro presentava ferite inferte con un oggetto appuntito. Ma temo che un numero assai più consistente di animali abbia incontrato sofferenza e morte all’interno della casa”.

“Sembra un caso di clamorosa sottovalutazione da parte delle istituzioni competenti, che hanno riconosciuto parziale autonomia a una persona pericolosa per sé e per gli altri. Ci aspettiamo provvedimenti urgenti affinché non si riprendano subito le vecchie abitudini. Da parte nostra, continueremo a vigilare e sollecitare fino a una soluzione permanente”, aveva concluso Colonna nella sua denuncia.

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