Quando Google adottò un gruppo di cani randagi

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By lotta75

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Anche le grosse multinazionali non sono indifferenti al destino dei nostri compagni a 4zampe. Infatti, in occasione della giornata internazionale che si è svolta lo scorso 26 agosto, è stata ricordata la storia del colosso Google che nella sede in Cile ha deciso di occuparsi di un branco di randagi. Secondo quanto è stato ricordato la vicenda prende origine nel 2014 quando era in fase di costruzione il data center di Quilicura.
Sul posto, la mano d’opera locale aveva già notato la presenza di una quarantina di randagi che si aggiravano nel cantiere in cerca di cibo e di un riparo. Mano a mano, la società americana ha iniziato ad interessarsi al destino dei quegli animali.

Da quel momento, la direzione centrale ha approvato il finanziamento per la realizzazione di una struttura per dare rifugio al branco e per garantire la loro salute, monitorati e seguiti da personale specializzato come veterinari e da volontari locali.  Non solo il branco viene seguito nell’alimentazione, ma spesso, la sede locale di Google promuove iniziative con le quali vengono trattati i cani con antiparassitari, vaccinazioni di rito e sterilizzazione.

Inutile sottolinearlo, ma lentamente, il branco di randagi è entrato a pieno titolo parte integrante della famiglia Google. Nessun meticcio è stato scartato e ad ogni esemplare è stato dato un nome.

La struttura con gli anni è diventato un punto d’incontro anche per promuovere adozioni ai dipendenti, con tanto di passa parola a livello locale. Presto, ogni esemplare del branco ha trovato una famiglia grazie al supporto della multinazionale.

Si tratta di un esempio molto bello di umanità e che insegna quanto sia importante rispettare ogni singolo essere vivente. Troppo volte, in alcune aree periferiche vengono edificate costruzioni e create delle vere e proprie città solo per interessi economici a scapito del territorio e dei suoi piccoli abitanti. Google in questo modo ha dimostrato attenzione riguardo alle problematiche nell’insediamento di Quilicura e anziché rimediare cacciando i randagi, ha creato un modello di accoglienza, dimostrando quanto sia possibile compiere azioni che possono diventare degli esempi da seguire anche da parte di una multinazionale.

Lo stesso management di Google ha voluto ricordare la vicenda di Quilicura, ricordando agli internauti che Google è un’azienda pet friendly per cui gli stessi dipendenti possono portare il cane al lavoro. Non a caso, è stato creato un account su Instagram Doogler sul quale vengono pubblicati i pelosi di google.

C.D.

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