Atlante della Vita al 100%, restavano solo i rettili: la mappatura è completa

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By Antonio Papa

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Sono arrivate numerose altre specie in quello che è stato definito “l’Atlante della Vita”. Si tratta dell’elenco di tutti gli esseri viventi presenti sulla faccia della Terra. Ed in totale ora se ne arrivano a contare 31mila. In particolare le ultime novità sono giunte soprattutto dai rettili, con ‘volti nuovi’ individuati da una equipe composta da 39 scienziati che hanno lavorato insieme e che provenivano dalle università di Oxford e di Tel Aviv. Tutti i risultati sono stati riportati sulla rivista specializzata di settore ‘Nature Ecology and Evolution’. L’obiettivo principale dell’Atlante della Vita non è soltanto divulgativo e conoscitivo.

Esso si prefigge pure di contribuire a conservare e tutelare la fauna del nostro pianeta. Infatti per meglio operare delle strategie di protezione e conservazione è necessario conoscere l’habitat di riferimento di quegli animali che si intende salvare e preservare. Sono state poste sotto osservazione bel 10mila e passa specie tra serpenti, alligatori, tartarughe, lucertole ed altri ancora. E con questo l’Atlante della Vita si può considerare completo, grazie alla presenza già registrata in passato di cinquemila mammiferi, diecimila uccelli e seimila anfibi. Che erano stati opportunamente osservati e riportati nel maxi-elenco a partire dal 2006.

Atlante della Vita, la sua utilità è irrinunciabile

I rettili sono degli essere particolari, che amano particolarmente soggiornare in luoghi caldi ed asciutti. Questo li caratterizza e li differenzia per esempio dagli uccelli, dagli anfibi e dai mammiferi, dei quali fa parte anche l’uomo. Per tale motivo quindi, secondo gli scienziati, bisognerebbe attuare delle politiche volte a preservare e tutelare anche ambienti ritenuti estremi come i deserti e le loro zone ai margini. Così come le regioni aride in generale, come le steppe dell’Asia, la penisola araba, le Ande meridionali e l’Outback australiano.

Richard Greyner, professore associato di Biodiversità e Biogeografia dell’Università di Oxford fa sapere che “grazie a strumenti come il nostro atlante, gli scienziati possono per la prima volta guardare la Terra nella sua interezza e prendere decisioni informate su come utilizzare i fondi di conservazione”. Tutte le specie osservate si trovano ora al vaglio della Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (Iucn). La stessa classificherà ognuna di esse associandola ad un determinato valore in una ‘scala di rischio’ che va dall’assenza di pericolo all’esposizione alla possibilità di estinguersi. Proprio nei mesi scorsi era stata scoperta una nuova, particolarissima specie: il vika.

A.P.

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