L’incredibile vita di un toporagno e le sua straordinarie abilità

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By Beatrice Masi

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Se pensavate di averle viste tutte mi stavate sbagliando. Questa settimana, gli animali con il primato di stranezza, Lo prendono i toporagni. Ebbene sì un team di ricercatori del Max-Planck-Institut für Ornithologie, dell’Universität Bremen e della Columbia University ha portato alla luce uno studio interessantissimo sulle condizioni di vita dei toporagni durante i mesi invernali. Questi piccoli animali riescono a ridurre le dimensioni del cranio e del cervello durante il mese freddo dell’inverno. Pensate che questo studio potrebbe aprire delle strade importanti nella cura delle malattie ossee più importanti come l’osteoporosi. Per entrare nello specifico questi animali riducono del 15% il loro cranio in inverno per poi riportarlo in condizioni ottimali in primavera. Mettono in atto questo processo per ottimizzare le riserve energetiche e per spendere meno calore possibile. Infatti questi animali in inverno perdono quasi 1/5 del loro peso corporeo.

Lo stesso studio ha portato a importanti rivelazioni quali il rimpicciolimento del cervello. Esattamente questi animali altamente energetico durante i mesi invernali riescono a ridurre le dimensioni del cervello proprio per distendere meno energia. Questi animali seppur piccoli sono estremamente voraci, pesano solamente 10 grammi e hanno bisogno di una costante fonte di proteina senza la quale dopo due o tre ore potrebbe portare a morte dell’animale. La loro dieta principale è perlopiù composta da insetti e ragni ma in estate il topo ragno si Ciba tranquillamente di vermi dell’arte che trova nel terreno. La cosa più triste è che la loro vita è estremamente breve dura perlopiù 13/ 14 mesi. Per questo il topo ragno è costretto a mangiare in qualsiasi momento a qualsiasi orario e con qualsiasi clima.

Nello stesso istituto già negli anni 50, gli studiosi zoologi ricordavano con stupore che i dati biologici riportati, a seguito della cattura in inverno, erano diversi da quelli in estate. I toporagni catturati in inverno non erano solo più leggeri ma anche più piccoli e con teschi più piatti e colonne vertebrali più corte.  Ma anche molti organi, e in particolare il cervello, mostravano un volume minore rispetto all’estate, con fluttuazioni stagionali delle dimensioni entro un range non insignificante del 20%.

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Un ricercatore del dipartimento di immuno-ecologica Javier Lazar, fece un importante studio cercando di capire quali fossero appunto i meccanismi di riduzione degli organi vitali e perchè i toporagni mettessero in atto questa pratica. Per iniziare la ricerca Lazar catturò circa 100 toporagni selvatici nei pressi del Lago di Costanza, munendoli uno a uno di microchip grandi quanto un chicco di riso. Fece tutte le misurazioni ai teschi ai raggi X prima di liberarli. In seguito con regolarità ricatturò quasi tutti gli stessi esemplari e riprese le misurazioni ai raggi X per una seconda volta. I ricercatori dicono che «Tutti gli individui investigati si erano ridotti in inverno e si erano ripresi in primavera». E Lazaro specifica che «In inverno, lo spessore del cranio era diminuito di un incredibile 15% e fino ad un massimo del 20%, per poi aumentare di nuovo in primavera fino al 9%».

Un’altra ricercatrice del Max-Planck, Dina Dechmann afferma: «Normalmente, gli animali nelle zone più fredde sono più grandi e hanno un buon rapporto volume/superficie per compensare le perdite di calore. Il toporagno, d’altro canto, ha un basso rapporto volume/superficie e potrebbe attraverso la riduzione risparmiare energia vitale». Lo stesso studio fatto dalla Dechmann è riuscito a dimostrare simili cambiamenti nel cranio delle donnole, piccoli predatori appartenenti a un gruppo di mammiferi completamente diverso, che al contrario di come si pensi a non fabbisogno energetico molto elevato ma non hanno la possibilità di andare in letargo.

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Lo studio è così sorprendente che se ne è interessato persino il New York Times con un ‘intervista a Lazaro che ha spiegato ancora: «Il tessuto cerebrale è energicamente molto costoso, così, riducendo le dimensioni complessive del cervello, potrebbero ridurre il fabbisogno di energia e quindi la necessità di cibo».

Moritz Hertel del Max-Planck-Institut für Ornithologie di Seewiesen, autore senior dello studio, conclude: «I cambiamenti misurati riscontrati a livello di ossa e di organi forniscono alcuni punti di partenza per ulteriori emozionanti ricerche. Attualmente, in collaborazione con i colleghi di un ospedale universitario, stiamo guardando i cambiamenti nella sostanza ossea e osservando processi reversibili che ricordano le lesioni nelle ossa osteoporotiche. Anche le alterazioni del cervello e del cuore sottolineano somiglianze medicalmente interessanti. Questo studio che unisce il lavoro sul campo alla ricerca medica è un buon esempio di come la ricerca di base della Max Planck Society possa portare a scoperte inaspettate».

B.M

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