Cane ucciso, gettato con zampe legate: “Poteva non essere già morto” – FOTO

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By Antonio Papa

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Cane ucciso è gettato nell’immondizia. Si ignora il perché di questa mostruosità

Un cane ucciso e gettato nella spazzatura. Aveva le zampe posteriori legate: “Non sappiamo se fosse morto prima”.

Guardate cosa hanno fatto ad un povero cane ucciso dalla crudeltà e dall’indifferenza umana. Questo povero animale è stato ritrovato ormai morto, chissà da quanto tempo, tra i rifiuti. E le condizioni nelle quali i volontari animalisti lo hanno rinvenuto fanno davvero ribrezzo. Lo sfortunato animale era stato rinchiuso da qualcuno all’interno di un sacco, con le zampe posteriori legate. Una cosa fatta con tutta probabilità per impedirgli di ribellarsi o di fuggire. Chi ha fatto questo voleva in maniera evidente che il cane morisse. Proprio le zampe posteriori fuoriuscivano da quella trappola, un sacchetto di quelli solitamente utilizzati per gettare la spazzatura.

Il muso del cane ucciso era rivolto verso il fondo, dove il passaggio dell’aria risulta molto più difficile, soprattutto perché la massa del suo corpo occupava quell’involucro mortale per intero. Questa macabra vicenda è avvenuta a Minissale, all’interno del territorio di Messina. E purtroppo è l’ennesima macabra vicenda del genere che si registra in Sicilia, dove c’è stata una vera e propria escalation contro animali di vario tipo – soprattutto cani e gatti randagi – da parte di alcune crudeli persone del posto. Per fortuna la stragrande maggioranza delle persone sull’Isola ama gli animali. Ma questo non basta ad impedire che si verifichino fatti mostruosi come questo.

Cane ucciso, è l’ennesimo episodio di violenza

Quel che è peggio è che non c’è assolutamente certezza che il cane ucciso fosse già morto prima di essere introdotto nel sacchetto e gettato come se fosse la cosa più inutile di questo mondo. L’associazione ‘Soccorriamoli’ fa sapere che da alcuni giorni i residenti si lamentavano della presenza di un forte tanfo proprio dove è stato recuperato il corpo dell’animale. Da qui la terribile scoperta. Non si sa ancora se la povera vittima fosse munita di microchip, come stabilito dalla legge. In tal caso rintracciare il proprietario sarebbe una cosa estremamente facile. Un altro cane ha dovuto pagare il prezzo più alto possibile da parte di persone malvagie. Ma qui c’è anche una sorta di aggravante, data dall’atteggiamento dei residenti. Alcuni di loro sanno cosa è successo ma non vogliono parlare.

A.P.

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