Cucciolo di cinghiale colpito con una balestra: una freccia nel fianco

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By lotta75

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Cucciolo di cinghiale colpito da balestra, girovagava per le strade con una freccia conficcata nel fianco. Ennesimo caso di aggressione nei riguardi della specie.

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Una triste scena registrata nella zona nord di Roma dove alcuni cittadini indignati hanno segnalato dapprima in un gruppo facebook, poi alle autorità, la presenza di un cucciolo cinghiale con una freccia conficcata nel fianco. Le fotografie sono state scattate da una cittadina, Paola Spadaccia, pubblicandole poi sui gruppi facebook e commentando: “Non è questo il modo di risolvere il problema dei cinghiali”.

“Adesso te la prendi anche con i cuccioli. Cosa aspettano le autorità ad intervenire e mettere fini a questo scempio”, ha poi aggiunto la Spadaccia.
Le immagini condivise sui social hanno destato l’attenzione dell’associazione difesa dei diritti giuridici degli animali, Earth la cui presidente Valentina Coppola ha dichiarato opponendosi a questo fatto e annunciando che Earth avvierà un’indagine per individuare il responsabile.In tal senso, l’associazione si è già attivata, chiedendo ai cittadini del quartiere la massima collaborazione e a chiunque abbia informazioni utili a individuare il responsabile di rivolgersi all’associazione anche in forma anonima.

Non appena sarà trovato l’autore del gesto, Earth presenterà una denuncia per maltrattamento e tentato uccisione di un animale. Un caso simile è stato registrato sempre a Roma, dove è stata ritrovata una femmina di cinghiale con una freccia sul fianco. Anche in quel caso arrivò la condanna delle organizzazione animaliste e le autorità avviarono un’indagine senza però individuare il responsabile.

Anche nella periferia di Genova è stata trovata una femmina di cinghiale con una freccia sul fianco, che girava per le strada con i suoi cuccioli e con il passare dei giorni diventava sempre più debole. In questa occasione, i cittadini premurosi hanno deciso d’intervenire per aiutarla, avviando una colletta, recuperandola per rimuovere la freccia, pagando un veterinario per poi rilasciarla con i cuccioli.

Quello che indigna è che oltre al metodo crudele questa volta sia stato colpito un cucciolo di cinghiale.

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Animali selvatici

Il tema della convivenza con gli animali selvatici è molto attuale e negli ultimi anni, si sta sempre inasprendo: che sia nel Trentino, dove la presenza dell’orso bruno sta creando polemiche o in Toscana con i lupi o i cinghiali nelle periferie delle grandi città. La scarsità di prede, di cibo, la siccità spingono i selvatici sempre più a ridosso dei centri urbani per la sopravvivenza.

Purtroppo, per risolvere il problema, le autorità anziché avviare programmi specifici, ricorrerono volentieri all’abbattimento degli esemplari. Le organizzazioni animaliste ma anche molti esperti in fauna selvatica hanno presentato diversi progetti per il contenimento delle specie come ad esempio la sterilizzazione o il ripopolamento di selvaggina per i predatori. La fauna non solo è minacciata dall’urbanizzazione o dai cambiamenti climatici ma anche dagli stessi cacciatori che competono in un territorio già carente di cibo.

Quello che emerge sono mezzi illegali utilizzati dai locali per eliminare gli animali che danno fastidio: lacci, trappole così come il ricorso ad armi vietate come nel caso delle balestre, utilizzate a Roma.

Recentemente, il sindaco della capitale è stato criticato dalle organizzazioni animaliste per aver firmato un’ordinanza con la quale ha consentito all’abbattimento dei cinghiali, in un’area del parco della Caffarella, proprio nel periodo di riproduzione e di svezzamento dei cuccioli. Le organizzazioni avevano denunciato come il Comune avesse profittato del lockdown per fare pulizia nei parchi.

In quella circostanza, Rita Corboli, delegata dell’Oipa di Roma, aveva ricordato l’articolo 19 della legge nazionale 157/92, che autorizza il controllo selettivo della fauna selvatica mediante l’utilizzo di metodi ecologici autorizzati dall’Istituto nazionale per la fauna selvatica. Per cui evidenziò Corboli, “lo stesso protocollo regionale prevedeva diversi interventi per contenere la diffusione dei cinghiali prima ancora di mettere in atto lo sterminio”.

C.D.

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