Gli hanno sequestrato tutti i cani: il più anziano non ce l’ha fatta

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By Gabriele

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Una vicenda particolarmente dolorosa quella di Rocco, un uomo di Tollo, che si è visto sequestrare i suoi 18 cani, alcuni malati e anziani. Gli animali “da circa due mesi sono rinchiusi nel canile di Ortona”. A suo favore si è schierato Rinaldo Sidoli, che ha lanciato su Change.org una petizione: “Il giudice non ne permette la restituzione. Sette di questi sono di sua proprietà, degli altri undici se ne prendeva cura ospitandoli nella sua abitazione con ampio giardino. Una segnalazione ha fatto scattare il sequestro di tutti senza una valida motivazione. Non si portano via degli esseri innocenti in un carcere con la scusa del disturbo della quieta pubblica”.

Spiega Rinaldo Sidoli: “Noi saremo al suo fianco perché la migliore risposta al randagio è l’adozione. Questi poveri sfortunati avevano trovato una casa. Adesso chi li adotterà?”. Poi conclude: “Solo questa estate sono stati abbandonati oltre 30.000 animali. Sono cani con patologie e molti di loro provengono dallo stesso canile dove ora il giudice li ha rinchiusi. Il canile non è una casa. Stanno soffrendo, aiutiamoli”. Obiettivo minimo della petizione (che è possibile sottoscrivere qui) è quello di raggiungere le cinquemila firme.

Al fianco di Rocco e della sua compagna di vita, Stefania, si è schierato anche il Movimento Animalista: “Chiediamo al giudice che ha già mostrato la sua sensibilità nei confronti degli animali, dando il consenso per il dissequestro di Napoleone, di intervenire ancora”.

Il Movimento Animalista ricorda: “Purtroppo Napoleone è morto poco dopo il suo ritorno a casa, con la sua famiglia, (unica nota positiva). Il trauma della separazione, è stato troppo grande per lui. I suoi fratelli sono ancora in canile sono sei anziani e malati o con storie di traumi e abbandono. Loro non hanno colpa e ignorano perché accada tutto questo”.
La nota conclude: “Riteniamo che non saranno più causa di disturbo alcuno. Prima erano in 18. Ora sono solo 6 e vivranno tutti in casa”.
Per firmare la petizione clicca qui

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