La telecamera lo riprende mentre spinge il cane sotto il cancello, ferendolo

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By Manuela Lucugnano

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Le immagini della telecamera mostrano un uomo mentre spinge il cane sotto il cancello, procurandogli gravi danni

spinge cane sotto cancello
Le riprese della telecamera (Screenshot Video)

Non si è limitato ad abbandonarlo, un atto già di per sé riprovevole, ma addirittura lo ha spinto sotto il cancello, incurante dei danni che avrebbe potuto procurare al povero cane.

Probabilmente il crudele gesto è stato un tentativo di assicurarsi che il suo fedele amico non tornasse da lui, fatto sta che le immagini dalla telecamera di sorveglianza della Society for the Prevention of Cruelty to Animals in Ireland, un’associazione a tutela degli animali, ha registrato la terribile scena.

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Viene ripreso mentre spinge il cane sotto il cancello, è caccia all’uomo

cane
Peaches (Screenshot Video)

Le riprese del rifugio mostrano un uomo, non ancora identificato, che martedì notte ha abbandonato un cane, di uno o al massimo due anni, nei pressi della struttura. Ma il sospetto non si è limitato a lasciare il quattro zampe all’ingresso del cancello e a citofonare, ma lo ha spinto con forza dall’altro lato dell’inferriata.

L’azione disumana ha comportato seri problemi al giovane cucciolo terrier, che ne è rimasto gravemente ferito.

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Le eloquenti immagini del gesto orribile sono state condivise dalla DSPCA sulla loro pagina Facebook.

Il cane a causa della terribile esperienza ha riportato fratture multiple al bacino, danni al sistema nervoso e lividi che, secondo i veterinari, devono aver causato un dolore lancinante al cucciolo, oltre a dover affrontare il trauma dovuto all’abbandono.

Il quattro zampe a cui è stato dato il nome di Peaches, ora è in cura dell’organizzazione della difesa degli animali. Si cerca, mediante le immagini registrate dalla telecamera, di identificare l’uomo che ha compiuto tale azione brutale.

L’atto è stato considerato dai responsabili del rifugio del tutto deliberato, considerando non solo per il modo in cui l’uomo si è liberato del cane, ma anche il fatto che non c’è stato alcun tentativo da parte sua di entrare in contatto con il rifugio, suonando il citofono ad esempio, e di conseguenza assicurarsi, in qualche modo, che almeno qualcun’altro si prendesse cura del povero Fido.

M. L.

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