Legato, imbavagliato e gettato dentro un sacco

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By lotta75

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@Lega Nazionale per la Difesa del Cane Sez.Salerno
@Lega Nazionale per la Difesa del Cane Sez.Salerno

Chissà cosa avrai mai pensato il proprietario mentre imbavagliava, legava e chiudeva dentro un sacco bianco il suo cane, una busta simile a quella utilizzata per i cereali, per poi abbandonarlo, da qualche parte, sicuramente lontano da casa.

Il sacco è stato, come sempre in questi casi, in modo provvidenziale, notato da un passante che vedeva leggermente muoversi la busta. Allarmato, il testimone ha chiamato i soccorsi.

L’animale, un cane maschio di circa due anni, era ridotto uno scheletro e aveva la rogna. Chi lo ha abbandonato in quel modo crudele, sottolinea la Lndc aveva condannato il cane ad una morte lenta. Adesso, i volontari stanno cercando di aiutare il cane che necessita delle cure e sperano in un’adozione veloce.

“Questi tipi di ritrovamenti sono frequenti, come i cani investiti che non fanno più notizia. Ultimamente, abbiamo recuperato anche una lagotto che i proprietari avevano abbandonata in un casotto, dove la tenevano legata e veniva utilizzata solo per i tartufi”, racconta la presidente provinciale di Lndc Salerno, Antonella Centanni, aggiungendo che quella tenera lagotto, ritrovata in condizioni atroci “adesso vive in una casa con tappeti persiani”. Una delle più belle soddisfazioni per chi li ama e contribuisce a salvarli ogni giorno.

Nell’ultimo fatto di cronaca, il cane è stato ritrovato a Colliano in provincia di Salerno: “E’ un posto poco frequentato. Il signore si è spaventato vedendo la busta che si muoveva e ha allertato i vigili che hanno chiesto l’intervento della Asl veterinaria locale. Quando hanno aperto la busta- spiega la presidente Lndc di Salerno- hanno trovato il cane che aveva la testa ricoperta da un’altra busta e le zampe legate”.

IL DRAMMA DI CENTINAIA DI CANI – Ovvero, la Centanni ha tenuto a precisare che anche se il cane fosse riuscito a liberare il corpo, sarebbe potuto morire per soffocamento,  in quanto il muso era avvolto da un’altra busta: “E’ veramente crudele”.

Il cane è stato affidato alle cure della Lndc che ha avviato la terapia per la rogna, lo ha sverminato e microchippato, in attesa del responso di altre analisi come la leshmaniosi.

“Per la prima volta, in un caso in cui siamo intervenuti, il servizio veterinario locale ha presentato una denuncia. Mi complimento con il veterinario”, ha dichiarato la presidente provinciale Lndc che dopo aver gestito i canili comunali, adesso, ha lasciato l’amministrazione, ma continua ad occuparsi del recupero, delle cure e delle adozioni dei cani.

Una situazione in continua emergenza, spiega la presidente provinciale: “Quest’anno è stato un macello da giugno ad oggi abbiamo recuperato oltre 60 cuccioli, abbandonati, si tratta di cucciolate di 4 o 5 esemplari che le persone hanno lasciato. Per non parlare dei cani adulti, non so come abbiamo fatto a sopperire all’emergenza. Abbiamo lavorato tantissimo, fatto tante adozioni. Non a caso, gli ispettori della Regione non hanno trovato sovraffollamento perché come Lega del cane abbiamo fatto un lavoro di adozione impressionante”.

PERSONE PERICOLOSE– Per la Centanni non ci sono dubbi e lo ha anche detto alle autorità locali: chi ha chiuso il cane in quella busta, con le modalità descritte è malato. “Avete un serial killer nel vostro Comune che se l’è presa con un essere vivente indifeso. Poteva essere un bambino, fate attenzione”, ha sostenuto la Centanni.

Ovviamente, pare che quel povero esemplare sia apparso dal nulla. Sembra incredibile che nel nuovo millennio, con le campagne di sensibilizzazione e l’informazione riguardo a strutture che potrebbe accogliere animali abbandonati, c’è chi ancora, preferisce sbarazzarsi di un cane in questo modo.

Ci chiediamo se questi individui, piuttosto diffusi in alcune aree isolate, dove probabilmente permangono antichi retaggi culturali, si soffermino a guardare negli occhi quegli esemplari che stanno condannando a morte. Con quale coraggio, una persona, in modo cosciente e consapevole, riesce ad agire in quel modo. Si tratta del profilo psicologico di persone con seri problemi, disturbi della personalità, assuefatti dalla violenza, come emerge dai rapporti che hanno portato a classificare la crudeltà verso gli animali come crimine efferato, sottolineando che chi è capace di fare del male ad un animale, è un pericolo per le persone. Non a caso, la psicologa Annamaria Manzoni, in un’intervista rilasciata a Radio Radicale nel mese di dicembre del 2015, aveva ricordato che molte organizzazioni criminali per accettare nuovi membri li sottopongono a delle prove nelle quali vi è l’uccisione o la tortura di un animale. Da molti anni, l’attenzione degli psicologi, in materia di violenza, hanno evidenziato la necessità di scavare a fondo  anche nell’infanzia di criminali o serial killer per verificare il rapporto con gli animali, invitando a sensibilizzare i bambini sul tema, insegnando loro il rispetto per gli esseri viventi. Solo in questo modo, potrà essere costruita una società equa e responsabile.

Ecco perché, è doveroso da parte delle istituzioni portare attenzione a questo tema, rendendo le pene più severe e che siano applicate. Il caso di Salerno, è l’ennesimo fatto che impone una riflessione, non certo sulla tassa a chi non sterilizza i cani, quanto sull’educazione e le pene da far rispettare in caso di uccisione o maltrattamenti.
La stessa Centanni, in occasione di un convegno, recentemente, ha invitato le istituzioni, in qualità di Asl veterinarie a sterilizzare e microchippare gli animali padronali, in modo da contribuire a contenere questo fenonemo di abbandoni e violenze.

Per l’adozione di questo peloso vittima delle atrocità ecco il link di Lndc Salerno dove chiedere informazioni. Il cane è molto dolce, raccontano i volontari.

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