Loiret: nati tre cuccioli di tigre presso un “discusso” allevamento

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By Manuela Lucugnano

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Un lieto evento che ha dato origine ad un acceso dibattito. A Loiret, presso un “discusso” allevamento, sono nati tre cuccioli di tigre

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I tre cuccioli di tigre nati nell’allevamento (Foto Twitter Le Parisien )

La nascita di tre cuccioli di tigre ha rallegrato Rémy Démantes il proprietario di un centro per la protezione di animali selvatici nei pressi di Dampierre-en-Burly, Loiret.
Il lieto evento ha rafforzato ancora di più la convinzione dell’allevatore riguardo la gestione della sua attività.

A non essere dello stesso avviso, però, è l’associazione One Voice che da canto suo  denuncia delle condizioni di vita degli animali inadeguate alla loro natura.

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Nati tre cuccioli di tigre in un allevamento, ma le loro condizioni fanno discutere

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Tigre (Screenshot Video Twitter One Voice)

Il centro per la protezione degli animali selvatici di Ouzouer-sur-Loire è un allevamento privato che può essere visitato su prenotazione. Nel mese di aprile, la struttura ha gioito dell’arrivo di tre splendidi esemplari di tigre.

I loro genitori, le tigri Jade e Radja, hanno dato alla luce tre meravigliosi cuccioli, a cui sono stati dati i nomi di Cash, Tango e Basile.

Purtroppo la loro mamma non ha latte a sufficienza per nutrire tutti i suoi piccoli: “Tre maschi in una stessa cucciolata è un evento piuttosto raro. La madre ne può nutrire solo uno”, come lo stesso allevatore Rémy Demantes spiega.

Per questo solo uno dei suoi cuccioli viene allattato dalla mamma, Jane, il secondo invece è stato affidato a un altro allevatore, mentre Rémy Demantes si occupa di nutrire il terzo mediante biberon.

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Secondo l’allevatore Rémy Demantes, di 70 anni, queste nascite sarebbero la prova del benessere degli animali, che riescono tranquillamente anche a procreare.

Ma tali rassicurazioni non hanno convinto la One Voice, l’associazione per la difesa degli animali selvatici, che invece considera gli esemplari detenuti dalla struttura come “prigionieri” e ne aveva denunciato lo stato di detenzione durante una campagna condotta lo scorso settembre.

Non, “controversé” n’est pas le bon terme. Être enfermé toute sa vie, dressé, soumis, dominé, vendu à des cirques, servir à alimenter le trafic… Se réjouir pour ces naissances?! Certainement pas! pic.twitter.com/nHhThbDoYB https://t.co/PbVat3iV4J

Su un post di Twitter, la One Voice attacca il centro in maniera decisa: “No, “controverso” non è il termine giusto. Essere rinchiuso per tutta la vita, addestrato, sottomesso, dominato, venduto ai circhi, usato per alimentare il traffico … gioire per queste nascite! Non è ammissibile!”

La’associazione denuncia le dimensioni delle gabbie, ritenute troppo strette, e le condizioni di salute degli animali, giudicate precarie. La One Voice ha anche cercato di fare leva sul consiglio dipartimentale del Loiret che invece sembra sostenere le attività del centro.

La controversia sulle condizioni degli animali nell’allevamento

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Tigre (Screenshot Video Twitter One Voice)

Il proprietario difende la sua posizione assicurando che “gli animali che vivono nella struttura sono ben nutriti, mangiano tonnellate di carne al mese e hanno 400 metri quadri a disposizione”. Ma l’associazione One Voice aveva presentato, come accusa, una foto che mostrava una tigre bianca “costretta” dietro le sbarre.

La difesa di Rémy Demantes non si è fatta attendere: “L’animale si era accovacciato all’ombra della gabbia per cercare riparo dall’ondata di caldo, ma le griglie erano aperte. La foto è stata scattata in modo tale da far sembrare che l’animale fosse rinchiuso, il che è ingiusto.”

pic.twitter.com/qT25W1ItHw

Gli animali selvaggi del centro di Ouzouer-sur-Loire, come abbiamo accennato, possono essere visitati previa prenotazione. Il prezzo da pagare è piuttosto alto: 150 € per 6 persone per un’ora o 200 € se si desidera dar loro da mangiare.

“È un’attività rischiosa, perché gli animali conservano il loro istinto selvaggio”, sostiene l’allevatore. Dopo il periodo di chiusura dei siti turistici, dovuta al lockdown, le prenotazioni hanno iniziato a riprendere man mano”, ha riportato Rémy Demantes.
Anche se l’allevatore in questo momento sembra non preoccuparsi molto della questione, dato che è già abbastanza impegnato con il biberon.

M. L.

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