Il cane alla ex, ma il giudice concede l’affido condiviso ad entrambi

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By Benedicta Felice

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Affido condiviso del cane, il giudice sceglie di consegnare Fido ad entrambi i proprietari che hanno effettuato il divorzio. Una scelta importante per tutti

Il legame tra il cane e la padrona (Foto Pixabay)
Il legame tra il cane e la padrona (Foto Pixabay)

Un fatto spiacevole che segna la vita di un’intera famiglia. Non tutte le storie hanno un lieto fine e spesso, l’aspetto negativo si ripercuote non solo su moglie e marito, o conviventi, ma anche, inevitabilmente su tutti i membri della famiglia. E non dovrebbe sorprendere se, a pagarne le conseguenze è anche un cane. Si chiama Caronte, ed è un esemplare di Bracco italiano che si è ritrovato a vivere con uno dei due conviventi che si sono separati. Un giudice del Tribunale di Lucca, però ha deciso dopo sei mesi di concedere ai proprietari l’affido condiviso.

Affido condiviso del cane, una decisione importante 

Cagnolina insieme alla padrona (Foto Pixabay)
Cagnolina insieme alla padrona (Foto Pixabay)

La decisione del giudice è basata su un aspetto molto semplice e mai banale. “Il cane è come un figlio” poiché è stato definito un essere senziente, e come tale, merita di godere di tutti i benefici che gli devono essere concessi.

Una decisione importante che per la prima volta vede in causa un giudice effettuare una scelta così fondamentale per il benessere dell’animale. Inoltre, il giudice ha ritenuto opportuno classificare l’affido con carattere di urgenza vista l’età del cane. Quest’ultimo infatti, è stato adottato quando aveva nove anni e oggi ne ha tredici. Inoltre, il togato, disponendo l’affido condiviso del cane ha obbligato la ex a risarcirgli quattromila euro come spese legali.

Affido condiviso del cane, un’altra vicenda combattuta 

Il cane come un figlio, un legame forte (Foto Pixabay)
Il cane come un figlio, un legame forte (Foto Pixabay)

Il tema dell’affido del cane è stato spesso oggetto di dibattito nel momento in cui capita una situazione di divorzio. Un esempio ha riguardato il caso di un 38enne e di una 31enne che dopo 4 anni di matrimonio si sono separati, non riuscendo a trovare un accordo per il loro quattro zampe. Il giudice aveva dato ragione all’ex moglie, la quale aveva ottenuto il cane in affido  anche attraverso un contributo di mantenimento di 50 euro al mese dall’ ex coniuge. La cifra risultava dimezzata rispetto a quella richiesta all’inizio e il legale ha provveduto a far sapere dell’esistenza di un vuoto normativo. Dunque, la decisione più appropriata è quella di agire, come nel caso in cui siano coinvolti i figli. Ciò dimostra che la situazione sarebbe stata, di gran lunga migliore se entrambe le parti avessero raggiunto un accordo privato.

Un clima familiare sereno è la condizione indispensabile attraverso la quale una controversia giuridica può essere risolta nel migliore dei modi.

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B.F.

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