Ancona, maltrattamento animali: scoperto allevamento lager di maiali

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By Gabriele

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Maiali nell’allevamento lager

Ancona, ancora casi gravissimi di maltrattamento di animali destinati alla macellazione: è stato scoperto un allevamento lager di maiali.

Nel corso della mattinata di ieri, i Carabinieri Forestali del Nipaaf di Ancona e delle Stazioni CC Forestali di Arcevia, Genga, Sassoferrato e Senigallia svolgevano delle attività di perquisizione disposte dalla Procura della Repubblica di Ancona. Le perquisizioni si indirizzavano a un allevamento suinicolo in Provincia di Ancona. Qui, in base a quanto emerso, erano all’ordine del giorno gravi reati di maltrattamento e uccisione ai danni di alcuni animali allevati, nello specifico – appunto – di maiali.

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Allevamento lager maiali: come venivano trattati gli animali

In base a quanto venuto fuori dalle perquisizioni, alcuni dipendenti avevano in dotazione barre in ferro per percuotere i suini. Si usavano anche taser elettrici sulle scrofe gravide in evidenti difficoltà fisiche. Metodi davvero cruenti erano all’ordine del giorno quanto si trattava di abbattere gli esemplari non deambulanti o malati. Sembra quasi superfluo aggiungere che erano a dir poco fatiscenti le condizioni igieniche dei luoghi di detenzione degli animali. Poco chiare sono apparse infine le procedure di gestione dell’azienda.

Il primo passo nelle indagini dei Carabinieri Forestali va nella direzione dell’accertamento di ulteriori elementi di prova a carico del Socio Amministratore dell’azienda e di alcuni dipendenti. Sono loro in particolare ad essere considerati i presunti autori materiali delle attività sopra descritte. Le indagini vanno avanti sotto la direzione del Procuratore della Repubblica di Ancona. Le pene previste nei casi di uccisione e maltrattamento degli animali, come quello di fronte al quale ci troviamo, variano da multe fino a 30.000 euro alla reclusione fino a due anni. La vicenda riapre però anche il dibattito sul riconoscimento degli animali come esseri senzienti. Di fronte a tanta brutalità, potrebbe costituire un’aggravante in caso di condanna.

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