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Animali in gravi difficoltà nei bioparchi d’Italia: come aiutarli a distanza

Come aiutare bioparchi e altre strutture in Italia che sono in grande difficoltà economica e non riescono a procurare cibo e farmaci agli animali ospitati.

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Animali in gravi difficoltà nei bioparchi e altre strutture che ospitano animali in Italia: come aiutarli a distanza (Foto Pixabay)

Bioparchi, zoo e altre strutture che ospitano animali sono in Italia attualmente chiusi al pubblico e questo sta comportando loro una seria difficoltà.

Animali in gravi difficoltà nei bioparchi d’Italia: come si può aiutarli a distanza

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Come aiutare gli animali che hanno bisogno di aiuto negli zoo e nei bioparchi italiani (Foto Pexels)

Al Parco Natura Viva di Bussolengo, in provincia di Verona, c’è chi continua a prendersi cura degli animali, “1200, al costo di 14mila euro al giorno” spiega Cesare Avesani Zaborra, il direttore scientifico della struttura, al Giornale di Vicenza. Veterinari e biologi, muniti di mascherine e guanti, uno per volta e dove non sia possibile alla distanza l’uno dall’altro di almeno un metro, continuano la loro attività, ma senza visitatori che possano rimpinguare le casse del parco.

La struttura, a causa della chiusura di marzo, ha perso i suoi circa 2000 visitatori al giorno e ora teme non solo per il futuro degli animali ma anche per i “25 progetti di conservazione delle specie minacciate, i 6 progetti di reintroduzione in natura degli animali lì nati” e la possibilità di fare ancora in futuro degli studi scientifici. Il Parco Natura Viva ha aperto una raccolta fondi alla quale chiunque può partecipare andando sul sito www.parconaturaviva.it.

Al Safari Park di Pombia, in provincia di Novara, gli animali sono al momento sprovvisti di cibo e altri beni primari a causa della mancata apertura a fine febbraio. La struttura ha lanciato un primo appello alle attività commerciali alimentari e un secondo a chiunque voglia contribuire acquistando un biglietto, anche come regalo da donare a qualcun’altro, da usare quando la riapertura sarà consentita. Maggiori informazioni su come aiutare il Safari Park sono disponibili al link Il safari park in difficoltà per il Covid-19 “gli animali hanno fame”.

Il Bioparco di Torino è rimasto chiuso al pubblico, come il Parco Natura Viva, il Safari Park e molte altre strutture, per tutto l’inverno e in questo periodo ha continuato ad erogare i servizi fondamentali agli animali. Nonostante la struttura si sia attivata per tempo per tutelare il più possibile gli animali in vista della chiusura per l’emergenza Covid 19, ad esempio immagazzinando scorte di cibo, non è stato loro possibile accumulare tutto il necessario per i giorni di chiusura obbligatoria imposti dal governo.

Se la struttura dovesse riaprire terminata la primavera avrebbe un calo delle vendite dei biglietti stimato tra il 40 e il 60% e la perdita economica si ripercuoterebbe prima sul personale, che andrebbe ridotto, e poi sulla qualità del cibo e delle cure offerte agli animali. 

Gian Luigi Casetta ha ricordato che i bioparchi salvaguardano la conservazione degli animali che “non sono assolutamente di proprietà delle singole società ma un patrimonio della comunità a loro affidato” a questo scopo. Queste strutture non svolgono quindi solo un attività ricreativa per i visitatori ma tutelano la biodiversità e ospitano e curano anche specie in via di estinzione. Casetta auspica che il governo intervenga in modo efficace in aiuto dello Zoom. Attualmente il bioparco non ha attivato raccolte fondi o prevendite di biglietti, ma l’invito è quello di rimanere aggiornati su eventuali loro iniziative.

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Teresa Franco