Cane Husky ucciso a fucilate da ignoti in Sicilia: una fine che non sarà inascoltata

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By lotta75

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Un cane husky preso a fucilate, recuperato dai carabinieri ad Agrigento. Morto dopo ore di agonia. Arriva la denuncia degli animalisti 

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Cane husky @Pixabay

Gli hanno sparato diversi colpi di fucile, distruggendogli il femore, dimostrando di essersi accaniti su quel povero cane con ferocia. L’esemplare di razza Husky è stato trovato in un terreno privato in una contrada del Comune di Raffaldi nella Provincia di Agrigento dal Comando dei Carabinieri. Il cane è stato subito soccorso e trasferito dai volontari dell’associazione Aronne in una clinica veterinaria. Purtroppo, la giovane femmina non ce l’ha fatta ed è morta a distanza di poche ore.

“E’ sconvolgente, le hanno sparato più volte con un fucile. Era martoriata, sotto shock, il femore distrutto. I danni anche a livello viscerale evidentemente erano troppo gravi”, dichiara Sandro Fanara, presidente dell’associazione Aronne, chiedendo a tutti di “di continuare a condividere affinché questa brutta storia non cada nel dimenticatoio delle istituzioni”.

Nonostante fosse di razza, l’husky era priva di microchip e nessuno l’ha rivendicata. Per questo, sottolinea Fanara nel suo post “era tecnicamente una randagia”. Eppure, la razza e la giovane età del cane, fanno pensare al contrario.

L’esemplare potrebbe essere stato abbandonato e aver dato fastidio a qualcuno, cercando cibo o aiuto, andando invece incontro alla sua morte. Oppure, potrebbe essere stato il suo stesso proprietario a ridurla in quello stato, sparandogli agli arti, in modo che il cane non tornasse a casa sua. Le dinamiche e l e modalità sono ormai tristemente note.

Sul caso stanno ora indagando i Carabineri per risalire all’autore di questa brutale uccisione.

La denuncia degli animalisti rimbalza sulle prime pagine dei quotidiani locali. Enrico Rizzi, presidente del Noita, ha pubblicato un post sui social, chiedendo giustizia per il cane.

“Ignoti gli hanno sparato più volte, distruggendogli il femore. Soccorso da alcuni volontari, è morto nel primo pomeriggio. Sono seriamente preoccupato. Queste azioni violente verso gli animali nell’ultimo periodo sono in continuo aumento”, scrive Rizzi, ricordando che “la violenza su di essi, specie quando tali azioni si palesano come agiti connotati da particolare crudeltà, sono sintomi di una situazione esistenziale patogena ed efficiente indicatore di pericolosità sociale e per il quale vi è quasi sempre uno sviluppo di successive condotte criminali”.

“Il Governo intervenga prima che sia troppo tardi”, è l’appello del presidente Noita, da anni, impegnato in prima linea per la tutela degli animali.

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 Violenza sugli animali

Con l’hashtag #Giustiziaperelena, i volontari rilanciano il tema drammatico della violenza sugli animali. Fatti che nella maggior parte dei casi restano irrisolti. Negli ultimi tempi sono stati registrati diversi casi di abusi e uccisione di animali. Sempre nella provincia di Agrigento, nel mese di febbraio, un altro “randagio” è stato brutalmente ucciso a colpi di arma da fuoco.

La denuncia delle associazioni è l’indifferenza delle istituzioni al riguardo di questo fenomeno: la carenza di una strategia di contenimento del randagismo, di politiche di gestione e appalti dei canili, di campagne di sterilizzazioni e di monitoraggio da parte delle istituzioni.

A questo si aggiunge, da anni ormai, la necessità di un inasprimento delle pene per i crimini contro gli animali con certezza del carcere. Il Partito animalista Europeo ha pertanto promosso una manifestazione, il prossimo 30 giugno e una raccolta firme per chiedere al governo una legge più forte in modo che i crimini efferati delitti contro gli animali siano puniti.

“Lo scopo della manifestazione è quello di ottenere un immediato inasprimento delle pene con la certezza del carcere nei confronti di chi maltratta ed uccide animali in ogni ambito dai canili lager agli allevamenti intensivi dai laboratori di sperimentazione ai circhi e quanto altro. Certezza della pena, intesa come certezza che ogni reato sia punito e come certezza che la pena irrogata sia effettivamente scontata. Non sarà solo protesta ma anche proposta, presenteremo ai rappresentanti del Governo la Proposta di legge di iniziativa popolare Carcere per chi sevizia ed uccide animali”, dichiara il presidente del Partito Animalista Europeo, Stefano Fuccelli.

La manifestazione è prevista il 30 giugno alle ore 11 in piazza Montecitorio davanti il Parlamento

Il post dell’associazione Aronne:


Il post di Rizzi:

C.D.

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