Cina: per 5 anni vietato il commercio e il consumo di animali selvatici

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By Loriana Lionetti

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E ufficiale per ameno 5 anni a Wuhan la città della Cina  che sembra essere l’epicentro della pandemia di covid-19 che ha costretto l’organizzazione mondiale della sanità a dichiarare lo stato di pandemia globale ha vietato finalmente  il consumo di carne di animali selvatici .

mercato cinese
Mercati Cinesi :Cina vietato il consumo di carne di animali selvatici ( Foto Pixabay)

L’amministrazione locale nella città cinese ha ufficializzato la notizia oltre a dichiarare la città un “santuario della fauna selvatica”, la caccia è stata assolutamente proibita. Unica eccezione per i ricercatori scientifici per far si che l’epidemia si contenga.

Imposto il divieto di consumo di carne di animali selvatici in Cina

Gatto in gabbia
Cina vietato il consumo di carne di animali selvatici (Foto Pixabay)

Dopo l’ufficializzazione della notizia nella città sono partiti immediatamente i controlli negli allevamenti di animali selvatici il programma del paese è quello di rimborsare e sostenere  le società agricole che allevano gli animali.

Attualmente infatti i ricercatori scientifici sostengono che il virus sia passato dagli animali detenuti in pessime condizioni all’essere umano.

Dopo le pesanti pressioni subite a livello mondiale la Cina ha quindi deciso di regolarizzare i suoi mercati e soprattutto di “sistemare” gli illeciti del commercio illegali di animali selvatici.

Il bilancio delle vittime di quest’ultimo è di circa 318.789 persone i dati dell’ OMS sono allarmanti e continuano a terrorizzare, sembra infatti che oltre 4,7 milioni di persone siano state infettate.

In alcune province centrali la Cina ha annunciato i piani per un ricollocamento del governo per gli agricoltori della fauna selvatica, per aiutare la transizione di coloro i cui mezzi di sostentamento  dipendono dall’allevamento di specie selvatiche .

Secondo quanto riportato infatti i piani sarebbero quelli di trasformare gli allevamenti intensivi di animali selvatici in coltivazioni di frutta e verdura, o di trasformarli in piantagioni di te o erbe medicinali della tradizione cinese. In alternativa sarà possibile continuare ad allevare animali come polli e maiali.

Per gli allevatori è stato offerto un risarcimento 80€ per ogni istrice ( 630 yuan), 77€ (600 yuan) gatto zibetto, circa 10 € al chilo per ratto di bambù, 16 € al chilo per il cobra il serpente a sonagli. ogni Oca e ogni cervo selvatico valgono invece 315 € cadauno (2457 yuan).

A febbraio in tutta la Cina era stato emesso il divieto nazionale di commercio e di consumo di animali selvatici , una decisione senza precedenti che ha devastato l’economia degli allevatori.

Inizialmente le specie bandite dalle tavole cinesi erano 14 ora sono molte di più e sembra che resteranno vietate per almeno 5 anni.

Lo specialista della politica cinese della Humane Society International Peter Li ha infatti dichiarato :

“Il divieto di Wuhan sul consumo di fauna selvatica è estremamente gradito come un chiaro riconoscimento che il rischio per la salute pubblica di malattie zoonotiche diffuse attraverso il commercio di specie selvatiche deve essere preso molto sul serio se vogliamo evitare un altro pandemia”.

Peter Li ha poi continuato asserendo :

Tra cinque anni non vi sarà tuttavia un rischio meno grave di malattia a causa del consumo di animali selvatici, quindi qualsiasi cosa al di fuori di un divieto permanente e globale è ancora un rischio troppo lontano”.

” Wuhan diventa la quarta città della Cina continentale a mostrare tale leadership, ma ora abbiamo bisogno di città e paesi in tutto il mondo per fare un passo avanti e chiudere il pericoloso commercio di animali selvatici. “

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Loriana Lionetti

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