I cani troppo emotivi: l’elevata sensibilità li blocca per aiutare il padrone

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By Benedicta Felice

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I cani troppo emotivi, una ricerca scientifica conferma l’incapacità di consolare il padrone, dovuta alla quantità di sensibilità presente nell’animale

Cane e padrone in simbiosi (Foto Pixabay)
Cane e padrone in simbiosi (Foto Pixabay)

Ci sono momenti della vita in cui è difficile trattenere la tristezza, il dolore che, inevitabilmente, traspaiono dal nostro viso e umore. Com’è già risaputo, questo non sfugge ai nostri animali che avvertono il nostro stato d’animo. Al riguardo, da una ricerca proviene una scoperta molto importante che chiarisce un comportamento, in apparenza, anomalo e contrastante con l’indole propria degli animali. Invece, è un atteggiamento del tutto normale: i cani emotivi non sanno come sostenerci. La ricerca effettuata, chiarisce un interrogativo mai spiegato fino in fondo.

I cani troppo emotivi e l’incapacità di sostenerci, parola alla scienza 

Cane e proprietario al tramonto (Foto Pixabay)
Cane e proprietario al tramonto (Foto Pixabay)

Il motivo di ciò, risiede nell’intensa emotività del cane, che quando è troppo forte, crea un blocco nell’animale. La prova scientifica proviene dallo studio portato avanti da Emily Sanford della Johns Hopkins University che ha illustrato la prova scientifica del legame tra il cane e l’uomo.

La donna ha realizzato l’esperimento avvalendosi di 34 cani appartenenti a razze e dimensioni diverse insieme ai loro rispettivi proprietari. Le razze infatti, spaziavano dal Golden Retriever, al Labrador e cani di piccola taglia come Shih Tzu e Carlini, compresi  una serie meticci di varie forme.

Durante l’esperimento, i padroni sono stati posizionati dietro una porta trasparente, chiusa con i magneti dove i cani potevano vederli e ascoltarli. Inoltre, ad uno veniva chiesto di piangere e un altro di cantare una canzone. In tal modo, si sarebbe potuta studiare, quale sarebbe stata la reazione del quattro zampe. Da ciò è emerso l’equivalenza dei risultati ma con un particolare diverso ossia la velocità di reazione dell’animale “sofferente”. Quest’ultima infatti, è tre volte più rapida rispetto a quella dei padroni “canterini”.

Connessa alla sofferenza del cane, è presente il blocco dell’animale. Quelli che avvertivano maggiore dolore, in simbiosi con il padrone, non riuscivano a muoversi rispetto agli altri. Tale elemento fa comprendere come il maggiore turbamento che il dolore ha provocato in loro, non gli ha permesso di farsi avanti per cercare di aiutare il loro rispettivo proprietario. Ad una maggiore quantità di dolore, corrisponde un aumento dei livelli di stress presenti nell’animale.

I cani troppo emotivi, un legame solido che resiste al trascorrere del tempo 

Empatia tra l'uomo e l'animale (Foto Pixabay)
Empatia tra l’uomo e l’animale (Foto Pixabay)

Gli studi condotti nel corso degli anni, hanno evidenziato come il rapporto cane-padrone sia talmente intenso, forte e reciproco da creare un complesso di emozioni, che in apparenza noi umani non riusciamo a capire. Per questo, ci viene in auto la ricerca scientifica che chiarisce ogni dubbio e interrogativo.

I risultati emersi dalla ricerca testimoniano il fatto che i proprietari dei cani sono a conoscenza del fatto, che i quattro zampe riescono a  percepire i loro sentimenti, dimostrando che i cani che sono a conoscenza del pericolo dei loro padroni, potrebbero entrare in azione” affermano i ricercatori. Ciò è frutto della codifica dei messaggi umani che i quattro zampe sono riusciti a fare, in tutti questi anni.

Tuttavia, chi possiede un animale, sa bene il rapporto che si viene a creare tra i due.

Un rapporto unico, che nel corso del tempo, cresce, si rafforza e matura, diventando una sorta di simbiosi esistente tra le due creature.

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B.F.

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