Italia Zona Rossa, cosa succede a canili, gattili e rifugi? Cosa dice il decreto #iorestoacasa del premier Conte su queste strutture.

L’Italia vive un momento di grande incertezza. Il premier Conte ha fatto sapere che per evitare il contagio da coronavirus bisogna limitare il contatto tra le persone e uscire di casa solo per motivi di lavoro, di salute o di necessità primaria come fare la spesa.
I canili, i gattili e i rifugi restano aperti? Chi fa il volontario ci si può recare se arriva da un altro Comune? Può soccorrere un animale e portarlo al rifugio? La LAV, la Lega Anti Vivisezione, ha risposto ad alcune di queste domande.
Italia Zona Rossa, cosa succede a canili, gattili e rifugi? Cosa dice il decreto

I rifugi, i canili e gattili rendono un servizio previsto dalla Legge che non va fermato quindi è ancora possibile accettare animali abbandonati o sequestrati ai loro proprietari, che li tenevano illegalmente o li maltrattavano, e continuare ad accudire quelli che vi sono presenti.
Se dei rifugi e strutture affini si occupano persone provenienti dallo stesso Comune e da fuori Comune, l’ideale è che del rifugio se ne occupino le persone domiciliate all’interno del Comune, per limitare gli spostamenti. Se invece all’interno di queste strutture prestano servizio esclusivamente persone provenienti da fuori Comune queste possono utilizzare l’autocertificazione compilata come spiegato nel nostro articolo “Zona Rossa: MODULO e regole per spostarsi per motivi legati agli animali”.
Di canili, gattili e rifugi dovrebbero occuparsi in questo momento solo le persone strettamente indispensabili per svolgere le attività non rimandabili, come dare da mangiare e da bere agli animali, pulire i loro spazi e curare gli animali malati.
Se le dimensioni della struttura non consentono realmente a una sola persona di fare tutto da sola, i volontari dovranno mantenere tra loro la distanza di un metro e indossare la mascherina e continuare ad adottare precauzioni come lavarsi le mani ed igienizzare la struttura il più possibile, con prodotti che non rechino disturbo alla salute degli animali ospiti.
Per quanto riguarda invece i controlli di routine, le vaccinazioni e anche gli interventi chirurgici non urgenti, questi sono da rinviare. Chi si occupa invece o ha a cuore il destino delle colonie feline può consultare l’articolo “Italia, zona rossa: come accudire le colonie feline e cosa si rischia”.
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Teresa Franco