L’autoisolamento insegnato dagli animali: come affrontarlo

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By Benedicta Felice

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L’autoisolamento degli animali è una condizione presente nelle loro abitudini quotidiane che può esserci da ispirazione in questo momento difficile

Leopardo delle nevi in posa (Foto Pixabay)
Leopardo delle nevi in posa (Foto Pixabay)

La privazione della socialità per gli esseri umani è una condizione che causa tristezza e nostalgia, considerando il fatto che l’uomo viene definito un “animale sociale”. Infatti, nonostante tutti noi stiamo cercando di impiegare al meglio il tempo che abbiamo a disposizione, nelle ore della giornata può capitare di avvertire la nostalgia per la libertà che abbiamo dovuto accantonare. Tuttavia, se proprio ciò ci viene difficile, possiamo osservare gli animali che possono esserci utili con il loro spirito di adattamento. Vediamo in che modo…

L’autoisolamento degli animali, ecco come imparare a gestire la solitudine

tartaruga marina che nuota (Foto Pixabay)
Tartaruga marina che nuota (Foto Pixabay)

Per il mondo animale, il concetto dell’autoisolamento non è affatto nuovo. Per alcuni animali infatti il tenersi a distanza dai loro simili è sinonimo di sopravvivenza. Il Wwf ha stilato un elenco di quelli che presentano maggiormente tale caratteristica. I quattro zampe appartenenti a tale insieme sono i più insoliti e insospettabili.

Le tartarughe marine si uniscono con un’altra tartaruga esclusivamente per accoppiarsi e nidificare. Infatti, dopo che le uova si schiudono, i piccoli intraprendono un lungo viaggio nell’oceano e soltanto se saranno in grado di cavarsela, riusciranno a sopravvivere. Il bisogno di trovare un compagno è il motivo che spinge anche le balene blu a a cercare i loro simili. Per farlo, si avvalgono dei loro gemiti acuti che sono in grado di raggiungere anche i 188 decibel. La loro voce gli permette di cercarsi anche a notevoli miglia di distanza.

Medesimo comportamento per i leopardi delle nevi i quali sono stati avvistati insieme, solo nella stagione degli amori o quando la madre deve prendersi cura dei loro cuccioli. Per il resto, si trovano molto bene a stare da soli. Sono creature solitarie e irraggiungibili, dotate di una velocità fuori dal comune. La loro agilità gli permette di raggiungere e di cibarsi di prede grandi tre volte il loro peso.

Dopo di loro, è il turno degli orsi polari che conducono una vita semi-solitaria. Sono animali che non amano stare con gli altri, eccezion fatta per il periodo dell’accoppiamento tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate. Differente da tutti, il motivo della socialità degli oranghi che si riuniscono con altri solo per mangiare insieme sui grandi alberi da frutto. Ciò però avviene nei primi sette anni di vita che i cuccioli trascorrono con le loro madri, per il resto optano per la solitudine.

Con grande sorpresa, si inserisce in questo elenco anche il panda gigante che si configura come un animale solitario e pacifico. Pensate che tale animale passa 14 ore al giorno a nutrirsi sugli alberi che sanno scalare in un modo eccellente.  Il loro mezzo per trovare un compagno è l’olfatto che in primavera li aiuta a cercare un potenziale compagno.

Insomma, da ciascun comportamento degli animali è possibile imparare qualcosa.

Facciamo tesoro ogni loro particolarità.

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Benedicta Felice

 

 

 

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