Snoopy, il suo assassino se la cava con la messa in prova

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By Gabriele

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Snoopy

E’ stata accolta la sospensione del procedimento penale per la morte del povero Snoopy ucciso a sangue freddo da Massimiliano Giunta, 39 anni, residente a Livorno. L’episodio risale all’agosto del 2015, quando il dolce meticcio di circa 7 anni, che era sul balcone del casa, venne freddato con un colpo di fucile. Giunta dunque ha ottenuto la messa in prova.

Nei mesi scorsi, Massimiliano Giunta aveva inviato alla Procura una lettera nella quale esprime il proprio rimorso, di pentirsi e di vergognarsi di quello che ha fatto: “Preciso che verso le 9h sono uscito di casa senza rendermi conto. Ho sbagliato, pur non volendo ho fatto una cosa vile”. Il giovane spiegava: “Me ne vergognerò a vita, anche io sono stato padrone di un cane e so cosa vuol dire perderlo. Chiedo perdono alla famiglia di Snoopy, alla mia famiglia e a tutti coloro che amano gli animali. Porterò con me il rimorso a vita”.

Durante la confessione, l’uomo ha confermato di aver voluto “solo per fare smettere il cane di abbaiare, perché non riuscivo a dormire. Quando ho sparato ho mirato al terrazzo dove c’era il cane che abbaiava. Ero distante, mai avrei pensato di poterlo colpire”. Accolte le richieste dei legali di Giunta, dunque, contro le quali avevano protestato le associazioni animaliste.

Proteste dopo la scelta dei giudici

La scelta dei giudici è stata ora accolta con molti malumori, come evidenzia il Movimento Animalista. In una nota, congiunta, la coordinatrice toscana Laura Cardinali e la responsabile per Livorno, Lavinia Manzi, accusano: “Che in Italia sia difficile rendere giustizia agli animali, è noto. Ma la decisione del giudice di Livorno sul caso di Snoopy, il povero meticcio ucciso senza motivo nel 2015 con un colpo di carabina,  non può non suscitare indignazione”.

Prosegue la nota: “Il fatto che la legge attribuisca al magistrato un’ampia discrezionalità non impedisce di criticarne l’uso che ne viene fatto. L’accoglimento dell’istanza di sospensione del  procedimento con messa alla prova lascia sostanzialmente impunita l’uccisione a freddo di un animale”. Il gesto, infatti, venne compiuto “dall’imputato sparando contro il balcone di un vicino di casa con un’arma ad aria compressa”.

Si ricorda ancora: “Ai proprietari di Snoopy va un risarcimento di 15 mila euro che certo non restituisce loro l’affetto perduto e al Comune un’elemosina di 500 euro per il canile”. Contestata poi la messa in prova, che si sviluppa in sei ore settimanali presso l’ente affidatario Società volontaria di soccorso e tre presso l’Arci. In tal modo “non appare idoneo ad ‘elidere o attenuare’ le conseguenze del reato, con il quale non ha alcun rapporto”.

Il Movimento Animalista conclude: “Insomma, l’ordinanza è ispirata alla vecchia e deprecabile logica del ‘è solo un cane’ e alla tradizionale assimilazione dell’animale ad un oggetto, la cui distruzione può essere risarcita senza ulteriori conseguenze”. Viene ricordato infine che in altre occasioni i giudici hanno usato la mano dura con casi di uccisione di animali.

GM

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