La storia di Tigro, il gatto diventato milionario

La storia di Tigro, il gatto diventato milionario

La storia di Tigro, il gatto diventato milionario dopo la morte del suo proprietario: i precedenti recenti e l’esempio di Amanda Lear.

tigro gatto milionario
(Pixabay)

Tutti o quasi conoscono la storia di Grumpy The Cat, un gatto diventato famoso sul web per la sua espressione imbronciata che viene ripresa in diversi meme. Qualche tempo fa, il Tribunale Federale della California, negli Stati Uniti, ha sentenziato per l’ok alla richiesta di risarcimento in favore del felino. Qualcuno, senza autorizzazione, avrebbe divulgato la sua immagine. Col passare degli anni, Grumpy The Cat, oltre a essere diventato il gatto più conosciuto al mondo, è divenuto anche quello più ricco. La sua espressione perennemente imbronciata ne ha fatto una vera e propria star.

Il gatto Tigro e un’eredità da un milione e mezzo di euro

Storie di animali divenuti ricchi grazie a una loro peculiarità ve ne sono molte, ma ci sono anche quelli non propriamente ‘self-made’ ma si sono arricchiti grazie a una cospicua eredità. Tra loro c’è Tigro, il gatto di Guido Conte, pensionato di 79 anni che sarebbe originario di Taranto, che dopo la morte del suo proprietario ha ricevuto una somma davvero cospicua in dote: un milione e mezzo di euro. Si tratta dei risparmi di una vita dell’uomo, ex dirigente in pensione delle Ferrovie dello Stato. La notizia è stata resa pubblica da Marisa Ciardi, legale dell’Associazione italiana risparmiatori. Tigro diventa così il primo gatto milionario di Puglia, sebbene in molti sostengano che si tratti di una bufala.

A prendersi cura di lui ci penserà proprio l’Associazione Italiana Risparmiatori, che ha aiutato il signor Guido Conte, celibe e senza figli, a portare a termine il testamento olografo e a nominare un esecutore testamentario, il signor Alessandro Romano. La vicenda di Tigro è ovviamente un’eccezione: in Italia ci sono circa 14,5 milioni di animali domestici, tra cani e gatti, e casi di questo tipo se ne registrano uno o al massimo due all’anno. Ma ce ne sono e di qualcuno vi abbiamo raccontato.

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