Ultimi confini della ricerca: abiti confezionati con carcasse di animali

Ultimi confini della ricerca: abiti confezionati con carcasse di animali

Screenwriter Denise Ritchie gives "BU" a sweet grain treat as she and her husband Randy visited the

Una notizia che fa rabbrividire, rimbalzata sulle pagine dei quotidiani svizzeri, riguardo ad una scoperta messa a punto da un gruppo di ricercatori della Ecole polytechnique fédérale de Zurich (EPF Zurich).

Secondo quanto si apprende dai media locali, si tratta di una tecnica con la quale realizzare degli abiti con sostanze recuperate dai cadaveri degli animali.I ricercatori hanno creato una specie di lana gelatinosa biodegradabile realizzata con fibre molto fini che possono essere filate.

Questo nuovo materiale sarebbe simile alla seta, brillante e molto fine e possederebbe inoltre le qualità isolati della lana merinos.

Unica pecca, soprattutto per gli animalisti è che questo tipo di gelatina dalla quale viene realizzata la nuova fibra, è creata con il collagene, il principale componente della pelle, ossa e tendini degli animali.
Si tratta di scarti industriali proveniente dai macelli. Una catena che vuole essere virtuosa per il riciclo ma che in realtà può rivelarsi alquanto orripilante!

Il nuovo tessuto è stato scoperto da un dottorando, Philipp Stössel che ha notato che la gelatina a contatto con un solvente formava una massa che poteva essere tesa fino a creare dei filamenti di tessuto. Fortunatamente, al momento, la ricerca non è ancora conclusa in quanto il gruppo di ricercatori sta cercando di affinare la fibra in quanto la gelatina entrando in contatto con l’acqua tende a dissolversi!

Come ricorda il quotidiano Tribune de Genève, da oltre un secolo, si sta sperimentando la possibilità di creare un tessuto dalla gelatina. Ma dopo la Seconda Guerra Mondiale le fibre artificiali a base di petrolio hanno prevalso. Ovvero, si tratta di materiali che non sono biodegradabili.

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