Insoliti e strani, possono anche creare diversi problemi: cosa sapere sugli animali alieni che sono ormai in mezzo a noi, dalla formica di fuoco al Calabrone asiatico.
Non saranno uguali a quelli che già conosciamo poiché queste creature sembrano avere caratteristiche completamente diverse, tanto da non appartenere a questo mondo: ecco dunque quali sono gli animali alieni, di cui sono segnalate vere e proprie invasioni grazie alla citizen science e al mondo social, a cui i cittadini inviano di tutto.
Chi dice che i semplici cittadini, armati di macchina fotografica e social, non possano dare il loro contributo importante alla scienza? A quanto pare in questa epoca iper-tecnologica in cui stiamo vivendo, basta uno smartphone per raccogliere informazioni e dati, che esperti scienziati poi andranno a valutare e catalogare.
La definizione risale agli anni ’90, grazie all’Oxford English Dictionary, che l’ha utilizzata per descrivere quella attività scientifica da parte di comuni cittadini, che riportano immagini e testimonianze su determinate questioni ambientali, in ampie zone e in periodi di tempo piuttosto lunghi. Grazie a questo tipo di lavoro, i comuni cittadini possono contribuire alla raccolta di dati, allo sviluppo di fenomeni naturali e tecnologie.
Il Global Change Biology Journal ha sottolineato non solo la ricchezza del lavoro degli ‘scienziati comuni’ ma anche del loro aiuto nella identificazione e controllo dell’espansione delle razze di animali alieni, che prendono sempre di più possesso dei nostri territori.
Non si tratta solo di caratteristiche particolari ma anche dell‘impatto che queste nuove creature hanno sulla biodiversità, sebbene per la maggior parte di noi possano risultare ancora degli sconosciuti, soprattutto se noti solo col loro nome ‘scientifico’. Stiamo parlando infatti non solo del Calabrone asiatico, ma anche:
Ma come agiscono questi animali definiti ‘alieni’ perché assolutamente non comuni negli ambienti dove si impongono? In realtà la loro entrata sembra ‘ a gamba tesa’, in quanto spesso vanno in lotta con le specie preesistenti, che spesso si ritrovano a soccombere ai nuovi arrivati.
Sempre più spesso si parla di ‘invasione’ da parte di queste nuove specie ma sarebbe più opportuno parlare di ‘fuga’, in quanto queste creature spesso scappano da alcuni allevamenti e finiscono col coabitare con specie pre-esistenti, lottando con esse e spesso distruggendo la biodiversità del luogo. Riescono a primeggiare sulle altre forme di vita spesso proprio grazie alla loro voracità, importando con esse anche nuovi parassiti.
Se gli scoiattoli meno comuni (come quello grigio americano) sembrano avere avuto un impatto violento (e devastante) sulla produzione di frutti, lo stesso si potrà dire del calabrone asiatico, dei quali si sente spesso citare una vera e propria ‘allerta’, poiché potrebbero diventare violenti e risultare addirittura mortali con le loro lesioni; non dimentichiamo l’invasione dei parrocchetti monaci, noti non solo per i danni agli orti e alberi baresi ma anche per il disturbo alla quiete.
E come dei soldati semplici disseminati sul territorio, i cittadini riportano immagini dei luoghi in cui avvistano qualcosa di particolare: è probabile anche che, grazie alla descrizione delle caratteristiche, riescano più facilmente a individuare queste specie diverse dalle altre. Ma bisogna fare attenzione che il loro lavoro non si riveli ‘invasivo’ e distruttivo (a sua volta) nei territori dove raccolgono informazioni e immagini fotografiche. Gli scienziati sono infatti fiduciosi non solo in una collaborazione tra cittadini comuni ed esperti ma anche in una formazione ecologica dei primi, in modo che possano essere ‘utili’ alla Scienza senza danneggiare il territorio in cui operano.
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