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Scoperta nuova specie di millepiedi con incredibile caratteristica

FOTO – ansa

All’interno del Sequoia National Park, nello stato americano della California, è stata effettuata una scoperta di grande importanza. Dopo approfondite osservazioni è stata portata alla luce una nuova specie di millepiedi.

Questo artropode si contraddistingue per le sue fattezze molto filiformi e per una particolarità unica nel suo genere e mai osservata prima: gli scienziati hanno posto in evidenza il fatto che questo nuovo millepiedi possiede quattro peni.

La descrizione della specie da poco scoperta è stata divulgata su un articolo pubblicato all’interno della rivista di settore ‘Zookeys’.

Il millepiedi viene descritto come una sorta di “cugino evolutivo” della specie di millepiedi: quello in questione ha meno gambe – solamente 414 rispetto ai canonici 750 della specie principale.

Gli scienziati hanno dato a questo millepiedi il nome di “Illacme tobini”, riscontrando altre caratteristiche peculiari e che rendono questa specie di anellide veramente unica, alla luce delle particolarità emerse.

Per esempio sono state viste ben duecento ghiandole velenifere oltre che di lunghi peli sericigeni, molto simili a delle vere e proprie ghiandole e che vengono utilizzati, per fare un paragone, dai ragni per secernere la seta con la quale vengono realizzate le ragnatele.

Anche la sua cavità boccale risulta essere inedita nella conformazione: la forma è stata descritta come strana e sembra possedere una funzione ancora sconosciuta. La cosa più insolita e bizzarra è stata inquadrata però in quattro delle sue 414 gambe che all’occorrenza il nuovo millepiedi riesce a modificare in peni.

Forse non tutti sanno che i millepiedi sono velenosi e possiedono delle apposite ghiandole velenifere. Degli scienziati cinesi ed australiani sembrano aver individuato il modo per poter utilizzare queste sostanze a scopi terapeutici, in particolar modo per contrastare gli effetti negativi del dolore cronico.

Il veleno viene utilizzato in natura per favorire il proprio ciclo nutritivo immobilizzando le prede oltre che per difesa contro potenziali predatori. Ed in tema di piccoli esserini, leggete quanti ne uccidiamo in un anno.

Antonio Papa

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Antonio Papa

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