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Curiosita

Anche il gatto soffre di demenza senile: sintomi e accorgimenti

Se non sapevi che anche il gatto soffre di demenza senile è bene sapere come comportarsi di fronte ai principali sintomi. 

Il lamento del gatto (Pixabay leoleobobeo – Amoreaquattrozampe.it)

Se ancora ti stai chiedendo se anche i gatti possano soffrire di demenza senile, sfortunatamente devi sapere che la risposta è affermativa. Anche al gatto può essere diagnosticata questa malattia neurodegenerativa. Molto spesso, però, la diagnosi di demenza senile in un gatto può verificarsi in età avanzata. Eppure, come consigliano gli esperti – oltre al fatto di non sottovalutare mai alcuni sintomi – è anche bene conoscere nei dettagli quale sia lo stadio di decorso di riferimento del gatto, in modo tale da poter assistere il micio in quello che sarà inevitabilmente – da quel momento in avanti – un drastico cambiamento della sua esistenza.

Prevenzione e accorgimenti per un gatto che soffre di demenza senile

Se un gatto può essere considerato anziano a partire dal suo decimo o undicesimo anno d’età la demenza senile nei gatti può rendere maggiormente evidente l’invecchiamento del felino, pur non avendo nulla a che vedere con il suo cambiamento fisiologico dettato dalla sua età avanzata.

Gatto confuso (Pixabay HelgaKa – Amoreaquattrozampe.it)

Tale naturale decorso viene difatti accensato notevolmente dalle malattie neurodegenerative come la demenza senile e il gatto tenderà a manifestare una minore tolleranza a situazioni di stress oppure un sempre minore senso dell’orientamento. Se il gatto (specialmente dopo il decimo anno di vita) manifesta un comportamento insolito, come – ad esempio – quello di isolarsi troppo spesso, non riconoscere la strada di casa oppure di osservare un punto fisso per lungo tempo è sempre bene procedere con un controllo dal nostro veterinario di fiducia.

Se vuoi saperne di più, leggi il nostro approfondimento sul tema>>> Perché il gatto sembra disorientato: i segnali 

Nell’eventualità in cui la malattia venga diagnosticata dal veterinario è importante tenere a mente che questa condizione renderà il micio sempre più suscettibile anche ai minimi cambiamento. È bene – dunque – non effettuare grandi cambiamenti nel suo habitat naturale e continuare a stimolare il micio a livello cognitivo, ad esempio continuando, come sempre, a giocare con lui. Questi accorgimenti potranno rallentare, seppur in alcuni casi minimamente, il decorso della malattia.

Quando il gatto rischia di perdersi

Dopo aver compreso quali potrebbero essere i principali segnali della demenza senile nel felino domestico da non sottovalutare è altrettanto importante prevenire alcuni rischi correlati a tale diagnosi. Ad esempio, un gatto che non potrà più far affidamento, come un tempo, al suo senso dell’orientamento potrebbe perdersi molto più facilmente. Per evitare che ciò possa accadere esistono degli escamotage da poter utilizzare. Come, ad esempio, il collare per gatti con segnale gps integrato.

Gatto disorientato (Pixabay Mrdidg – Amoreaquattrozampe.it)

Sebbene i veterinari consiglino vivamente di fare uscire un micio che si trova in una simile condizione all’esterno della sua abitazione, nel caso in cui ciò dovesse accadere, anche in modo accidentale, questo dispositivo potrà agevolare la geolocalizzazione del micio e, di conseguenza, anche il successivo ritrovamento del gatto – da parte del suo umano di riferimento – in tempi piuttosto brevi.

Giada Ciliberto

Laureata in Lingue, Culture, Letterature e Traduzione e laureanda in Scritture e Produzioni dello Spettacolo e dei Media (cinema) presso "La Sapienza" di Roma. La scrittura rappresenta per me un imprescindibile flusso vitale.  Il mio percorso nella Comunicazione inizia con BEJOUR (Become a journalist in Europe) conclusosi nel 2020, presso il Dipartimento CORIS dell'Università La Sapienza e con la successiva collaborazione con alcune riviste on-line. Tra i miei ulteriori interessi ed esperienze rientrano laboratori di scrittura creativa, di teatro, e altre attività legate alla scrittura per immagini.  Sono dell’idea che le creature del mondo animale sappiano ascoltarci anche quando restiamo in silenzio. In ognuna di loro abita un’anima sensibile, per tal ragione tangibile e meritevole di rispetto. Amo osservare e analizzare ciò che mi circonda, viaggiare senza una meta precisa. Credo nel potere anti-anestetico dell’arte e nell’energia potente e costruttiva che deriva dal lavorare a contatto con la natura e con tutte le persone che non hanno mai smesso di dialogare con il loro bambino interiore. 

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