Mowgli è esistito davvero? La storia dei bambini salvati e cresciuti dagli animali

Mowgli, il piccolo protagonista di Il libro della giungla di Rudyard Kipling è esistito davvero? I bambini possono venire cresciuti dagli animali?

Quello che è diventato un vero e proprio “mito del buon selvaggio” trova le sue radici nei racconti degli esploratori e nei resoconti dei missionari del Nuovo Mondo. Ma è Jean-Jacques Rousseau a dare una forma compiuta a questo concetto, rendendolo protagonista della sua filosofia. Il concetto di buon selvaggio ha infatti connessioni filosofiche e storiche con il Romanticismo e con la filosofia romantica e illuminista di Rousseau. Le prime considerazioni derivavano dalla scoperta di alcuni bambini cresciuti nella natura dagli animali. Bambini che hanno ispirato i racconti di Tarzan o di Mowgli, il primo un romanzo statunitense dei primi del Novecento di Edgar Rice Burroughs e il secondo opera dello scrittore inglese Rudyard Kipling della fine dell’Ottocento. Ma quanto c’è di vero in queste storie? I protagonisti dei romanzi sono esistiti davvero?

La realtà dietro alla finzione romanzesca: quanto c’è di vero nella storia di Mowgli e di Tarzan

Nel corso dei decenni alcuni bambini sono cresciuti come selvaggi, lontani dalla società umana. Si tratta comunque di casi estremamente rari, tanto che sono documentati circa cento casi in tutta la storia umana. Soprattutto nel Diciannovesimo secolo si diffusero racconti di bambini cresciuti isolati dal contatto umano. Uno dei casi più eclatanti, che si reputa abbia ispirato ‘Il libro della giungla’ di Rudyard Kipling, è quello di Dina Sanichar. Sanichar trascorse i primi anni della sua vita nella giungla indiana dell’Uttar Pradesh, allevato dai lupi, fino a quando non venne trovato da alcuni cacciatori che lo portarono in un orfanotrofio.

Il vero Mowgli che ha ispirato il romanzo

Era il 1867. Secondo le fonti il bambino aveva circa sei anni, camminava a quattro zampe e grugniva e ringhiava. Nell’orfanotrofio Dina imparò a camminare eretto, a vestirsi e a mangiare da un piatto, ma non ha mai imparato a parlare. Dina, cresciuto tra i lupi, aveva imparato a comunicare come loro, attraverso ululati e linguaggio del corpo tipico dei canidi.

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Quando venne introdotto nella società umana, il suo cervello non era più in grado di assimilare il linguaggio parlato o di sviluppare normali interazioni sociali.  Morì nel 1895 di tubercolosi a 35 anni. A causa delle incredibili somiglianze tra la sua storia e quella di Mowgli, protagonista de Il Libro della Giungla di Rudyard Kipling, molti hanno ipotizzato che lo scrittore si sia ispirato proprio a Dina Sanichar. L’opera di Kipling venne pubblicata nel 1894, un anno prima della morte di Dina, rendendo plausibile questa teoria.

Altri bambini selvaggi

Un altro caso documentato risale alla seconda metà del Novecento. Era il 1954 quando una bambina di 5 anni è stata rapita in un villaggio della Colombia e abbandonata nella giungla. La piccola si chiamava Marina Chapman. Nel libro scritto da adulta, “La ragazza senza nome”, Marina racconta di essere stata salvata da una famiglia di scimmie cappuccine, che si sono prese cura di lei. Dalle scimmie, la bambina avrebbe imparato quali bacche e radici mangiare, dove ripararsi e come sopravvivere nella giungla. Nel libro, Marina racconta di essere stata trovata quando aveva circa 12 anni e venduta prima di venire adottata a 14 anni da una famiglia colombiana che la mandò a fare la tata in Inghilterra, dove alla fine si sposò ed ebbe due figli.

Altra storia tragica è quella di Oxana Malesia. La bambina, nata nel novembre 1983 in Ucraina, ha vissuto fino all’età di 8 anni con i cani. Lasciata fuori casa dai genitori alcolizzati quando aveva tre anni, la piccola è stata salvata da un branco di cani randagi, imparando da loro a correre a quattro zampe e a ringhiare.

Ma sono tante altre le storie simili a queste, come quella di Marcos, nato nel 1946 nella Spagna rurale e vissuto dai sette anni ai 19 anni con i lupi sulle montagne della Sierra Morena. Da adulto. Marcos ha imparato a comunicare di nuovo come un essere umano e ha deciso di raccontare la sua storia a chiunque lo ascoltasse, trasformandola in una leggenda locale, sulla sua vita è stato realizzato anche un film intitolato ‘Entrelobos’ (Among Wolves) e un documentario ‘El lobo solitario’ (Il lupo solitario). (di Elisabetta Guglielmi)