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Il gatto che ha aiutato a risolvere un omicidio: una storia surreale, ma del tutto vera

A volte la verità si nasconde nei dettagli più impensabili. In questa storia vera, un piccolo indizio peloso ha cambiato completamente tutto.

Hai mai sentito dire che a volte sono i dettagli più assurdi a risolvere un caso? Bene, questa storia inglese lo dimostra alla perfezione.

Il gatto che ha aiutato a risolvere un omicidio: una storia surreale, ma del tutto vera – amoreaquattrozampe.it

E no, non si parla di impronte digitali o telecamere di sorveglianza. Qui, il “testimone” decisivo è stato un gatto.

Quando un gatto aiutò gli investigatori a risolvere un caso di omicidio

Era l’estate del 2012 quando, su una spiaggia del sud dell’Inghilterra, venne trovato un sacco della spazzatura. Dentro c’era il corpo di un uomo, David Guy. Un ritrovamento che lasciò tutti sconvolti, anche perché non c’erano testimoni né indizi chiari. Gli investigatori setacciarono ogni centimetro alla ricerca di una pista, finché qualcuno notò qualcosa di strano: dei peli di gatto sul corpo della vittima.

Quando un gatto aiutò gli investigatori a risolvere un caso di omicidio – amoreaquattrozampe.it

Sembrava un dettaglio da nulla, uno di quelli che si scartano subito. E invece è stato il punto di svolta. Gli agenti hanno contattato l’Università di Leicester, dove un gruppo di ricercatori stava costruendo un archivio genetico dei gatti britannici. A capo del progetto c’era Jon Wetton, un esperto che aveva già lavorato su un database simile per i cani. Insieme alla dottoranda Barbara Ottolini, raccolse in poche settimane più di 150 campioni di DNA felino provenienti da varie regioni del Paese.

Un pelo di gatto ha aiutato a risolvere un bel mistero

Il confronto con i peli trovati sulla vittima ha dato un risultato sorprendente: solo tre corrispondevano, e uno di questi apparteneva a un gatto chiamato Tinker. Il dettaglio più inquietante è che Tinker era il gatto di David Hilder, amico e vicino di casa della vittima.

Certo, da solo quel risultato non bastava a incastrare nessuno, perché il DNA mitocondriale dei gatti può essere condiviso da più esemplari. Ma messo insieme alle altre prove, come le tracce di sangue di Guy trovate nell’abitazione di Hilder, ha contribuito a ricostruire ciò che è accaduto.

Il tribunale non ha avuto dubbi: Hilder è stato condannato all’ergastolo, con un minimo di dodici anni da scontare prima di chiedere la libertà condizionale.

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Il movente però resta un mistero. I due erano legati da un rapporto complicato, tra amicizia e tensioni. Qualcuno ha persino ipotizzato che la lite finale sia scoppiata proprio per via del gatto.

E mentre gli esperti esultano per la nuova frontiera della genetica forense, Tinker, il micio al centro di tutto, oggi vive tranquillo con una nuova famiglia, ignaro di aver contribuito, con un semplice ciuffo di peli, a risolvere un delitto che sembrava impossibile.

Aurora De Santis

Nata nel 1990, mi dedico agli studi classici per poi proseguire il mio percorso diventando autrice e scrittrice. L’amore per la natura e la scrittura sono delle costanti che mi accompagnano da tutta la vita.

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