Da anni chi ama i cavalli sogna un cambiamento: ora qualcosa si muove, una proposta di legge vuole riconoscerli come animali d’affezione.
Chi vive accanto a un cavallo lo sa: non sono animali “da lavoro”, non sono carne, non sono strumenti. Sono compagni, creature sensibili, capaci di affetto, paura, fiducia, attaccamento.
E in Italia questo sentimento è sempre più diffuso, tanto che una nuova proposta di legge presentata alla Camera chiede una cosa semplice e rivoluzionaria: mettere fine alla macellazione di cavalli, asini e di tutti gli equidi, riconoscendoli finalmente come animali d’affezione.
L’iniziativa arriva dal Partito Democratico e nasce dall’idea che non è possibile continuare a trattare questi animali come capi destinati al macello, mentre per molti italiani sono veri membri della famiglia, come avviene già in altri Paesi, tra cui la Grecia, che nel 2020 ha introdotto una tutela simile.
Durante la presentazione, Animal Equality ha mostrato un’inchiesta girata di nascosto in un macello equino dell’Emilia Romagna. Le immagini rivelano ciò che purtroppo tanti sospettano: maltrattamenti prima e durante la macellazione, stress estremo, spazi inadeguati, violazioni delle norme sul benessere animale.
E il punto è che non parliamo di un caso isolato. Secondo chi lavora nel settore della protezione animale, non esiste un modo realmente etico per allevare cavalli destinati alla macellazione.
Nonostante i controlli, le irregolarità continuano. L’EFSA, l’agenzia europea che studia la sicurezza alimentare, ha già pubblicato raccomandazioni precise per migliorare la tutela degli equidi, ma finora non sono state trasformate in leggi. È come se i cavalli vivessero in un limbo giuridico: troppi per essere considerati da compagnia, troppo pochi per essere davvero protetti.
La proposta non si limita a dire stop al macello. Prevede anche un percorso concreto per aiutare le aziende agricole a riconvertirsi, mettendo a disposizione risorse economiche per orientare la produzione verso modelli più sostenibili, come le coltivazioni vegetali.
Un cambiamento culturale, economico e sociale: un modo per superare la vecchia idea del cavallo come risorsa alimentare. E c’è un’altra scelta forte dentro il testo di legge: vietare la produzione e l’uso della PMSG, un ormone estratto dal sangue delle cavalle gravide, una pratica considerata crudele da molte associazioni.
Un’indagine Ipsos conferma che il consumo di carne equina è in netto calo. Tra chi mangia carne, solo il 17% sceglie cavallo almeno una volta al mese. E tra chi non la consuma, l’83% lo fa soprattutto per ragioni emotive, etiche o di abitudine. Molti italiani semplicemente non riescono a considerare il cavallo un animale da macello.
La domanda ora è semplice: riusciremo a trasformare questo sentimento collettivo in una tutela reale? I cavalli ci accompagnano da secoli. Ci hanno aiutati, trasportati, salvati, consolati. Forse è arrivato il momento di restituire almeno un po’ di questa dignità, dicendo finalmente che no, il loro posto non è in un macello, ma accanto a noi.
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