Video di crimini contro gli animali su TikTok: la denuncia per “la situazione ormai gravissima e allarmante”.
TikTok è emerso come il canale preferito per il traffico di specie selvatiche e i crimini contro gli animali, un fenomeno in allarmante crescita anche in Italia. L’avvertimento arriva da chi combatte quotidianamente questi reati: Rossano Tozzi, Brigadiere Capo Cites del reparto operativo Soarda dei Carabinieri, sottolinea come la piattaforma sia diventata un vero e proprio “canale pubblicitario e commerciale” per attività illecite, dal maltrattamento al traffico.
La preoccupazione maggiore è duplice: la scarsa vigilanza di TikTok sulle proprie linee guida e la sua utenza, composta in gran parte da giovanissimi, rendendo la piattaforma un terreno fertile per la diffusione di contenuti criminali.
Una nuova ricerca pubblicata su Nature Conservation ha messo in luce la portata del problema a livello internazionale. Lo studio ha analizzato 80 video TikTok provenienti dai profili pubblici di due commercianti di carne selvatica a Lomé, Togo. I filmati, registrati tra novembre 2022 e aprile 2024, mostravano la vendita di carne selvatica e raffiguravano resti affumicati di circa 3.526 individui appartenenti a 27 specie diverse, inclusi uccelli, mammiferi e rettili.
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Con oltre un miliardo di utenti globali (di cui 200 milioni solo in Europa), TikTok è un potente amplificatore di tendenze, anche quelle negative come il commercio illegale di animali. Gli 80 video esaminati hanno totalizzato quasi 1,8 milioni di visualizzazioni. Questa visibilità, inevitabilmente, alimenta la domanda. Il problema risiede nel meccanismo stesso di TikTok: il suo algoritmo premia i contenuti che riescono a trattenere gli utenti più a lungo sull’app per massimizzare la pubblicità. Di conseguenza, un contenuto con potenziale virale viene riproposto incessantemente, anche se viola le linee guida della community, mettendo un vasto pubblico, spesso ignaro, in contatto con contenuti criminali.
Il brigadiere Tozzi evidenzia l’immediatezza e la semplicità d’uso della piattaforma: “Proprio perché è immediato c’è un proliferare di attività illecite di ogni genere: dall’abbattimento di esemplari di fauna selvatica particolarmente protetta, fino alla condivisione di video di sevizie sugli animali”.
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Anche in Italia, TikTok e altri social stanno sostituendo il “dark web” come luogo d’elezione per il web crime legato agli animali. Non si tratta solo di maltrattamenti, ma anche di turismo venatorio illegale e, come dimostra l’operazione Filossera, del traffico illecito di cuccioli. Nel 2024, il monitoraggio dei social da parte del Raggruppamento Carabinieri CITES ha portato alla luce l’operazione Filossera. Una serie di video in cui volti noti dello spettacolo e dello sport promuovevano la vendita di cuccioli di razza, spesso a prezzi che superavano i 3.000 euro, si è rivelata una truffa transnazionale.
Dietro la facciata patinata dei video si nascondeva un’associazione per delinquere che spacciava come Bouledogue francesi o Volpini migliaia di meticci provenienti da allevamenti intensivi in Slovacchia. Come spiega Tozzi: “Non solo la promozione, ma anche la compravendita avveniva sui social e sfruttava l’immagine di vip totalmente ignari della truffa. Non era coinvolto solo TikTok ma anche Telegram, Whatsapp, Instagram: ogni social o chat può essere usata a questo scopo”.
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I social sono dunque diventati per le forze dell’ordine un duplice strumento: vetrina per i criminali e, allo stesso tempo, preziosa fonte per risalire agli autori dei reati. In questo scenario preoccupante insegnare ai bambini a non tenere nei secchielli gli animali è una questione di consapevolezza ed educazione per l’ambiente, un’educazione che non deve venire meno in vacanza. Il rispetto per gli animali si dovrebbe imparare sin da piccoli, tanto che è stato proposto in un convegno dell’Organizzazione Internazionale Protezione Animali (nota con l’acronimo di OIPA) di introdurre in Costituzione questo valore fondamentale, insegnandolo ai bambini sin dalle scuole. (di Elisabetta Guglielmi)
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