Un anno e mezzo di carcere per aver messo un cucciolo nel forno

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By lotta75

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E’ stato condannato lo scorso 7 dicembre dalla Corte di Giustizia di Dallas, a 15 mesi di carcere con l’accusa di crudeltà verso gli animali. Bradley Boley, un uomo di 61 anni, nel febbraio del 2014, aveva messo il suo cucciolo di Chihuahua, di due mesi e mezzi, in una gabbietta, poi inserita nel forno, per cuocere quel povero animale, ancora vivo.

Il cane di nome Buddy è stato scoperto da un vicino di casa che, allarmato dai lamenti, si era recato a casa di Bradley, notando del fumo uscire dal forno. Il vicino ha poi convinto Bradley a portare il cane dal veterinario. Il povero cucciolo era in condizioni disperate, con ustioni sul 100% del corpo, tanto che il veterinario ha deciso di sottoporlo ad un’eutanasia; “Il piccolo Buddy ha sofferto più di qualunque animale io abbia mai visto nella mia vita. Non ha una voce e voglio che la verità venga alla luce”, ha dichiarato il vicino di casa.

Dal canto suo, Bradley ha sempre negato di aver voluto uccidere il cane, sostenendo che il forno non funzionava da circa un anno e che il cane vi sia entrato da solo e che inavvertitamente abbia acceso il forno.
Il processo, come  riportano i media americani, è durato 13 ore, al termine del quale la giuria è stata unanime, condannando Bradley.

Il fratello di Bradley, deluso della condanna, è del parere che si tratti di un processo mediatico con il quale si è voluto infangare l’immagine di suo fratello. L’uomo ricorda che fin da piccoli con Bradley sono sempre a contatto con cli animali: “Brad proviene da una famiglia amante degli animali, una delle mie figlie è membro di un’organizzazione di salvataggio animali. Brad era da poco andato in pensione, quando ha deciso di prendere il cucciolo. Lo desiderava da anni e a causa del lavoro non poteva permettersi di averne uno. Brad era amato dai miei cani e anche il piccolo Buddy lo adorava”.

La sorella pur sostenendo l’innocenza di Brad ha però ammesso che “da un po’ di tempo era entrato in depressione” e lo stesso avvocato difensore di Bradley ha tenuto a ricordare alla giuria che in carcere Bradley era sorvegliato per evitare un tentativo di suicidio, in quanto non voleva essere visto come l’uomo che ha cucinato il cane nel forno.

In ogni modo, la giuria ha creduto alle parole dell’impianto accusatorio e l’avvocato durante l’arringa ha sostenuto che sembra impossibile che Bradley non si sia accorto del cattivo odore provenire dal forno e dei lamenti del cane. Inoltre, l’avvocato ha evidenziato l’assurdità per cui il cane sarebbe entrato da solo con la gabbia nel forno e avrebbe lo avrebbe acceso.

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