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Ibis Eremita, ancora una uccisione: caccia ai responsabili

Non si finisce più di impallinare gli Ibis Eremita, tra le specie di volatili più rare che ci siano. In provincia di Brescia nelle scorse settimane si è verificato l’ennesimo atto di bracconaggio insensato, con totale disprezzo della situazione di rischio che questi uccelli corrono. Ne dà notizia la sezione locale dell’ENPA, che praticamente con regolarità periodica si trova costretta a dire la sua in proposito.

Un Ibis Eremita era morto sul colpo, caduto sotto i colpi degli spietati cacciatori. Una volta questo maestoso animale, riconoscibile per i particolari tratti somatici come ad esempio il lungo e sottile becco arcuato, le penne che gli cingono la testa posteriormente ed il colore della pelle roseo che contrasta con il piumaggio nero, era diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo oltre che in Europa meridionale, Paesi del Maghreb e Medio Oriente.

Adesso invece bracconaggio indiscriminato, operato dell’uomo senza freni ed altri fattori come l’utilizzo dei fitofarmaci in agricoltura ne hanno provocato la modifica radicale del suo habitat naturale e la conseguente decimazione della specie. Ad oggi si contano soltanto cinquecento esemplari, quasi tutti presenti in Marocco.

Per quanto riguarda l’Europa si sta provvedendo a portare avanti dei progetti volti al ripopolamento ed all’incremento demografico degli Ibis Eremita. Soprattutto in Austria si lavora alacremente al progetto Waldrapp, con l’allevamento in cattività e la successiva reintroduzione in natura di questi uccelli, che in Italia tracciano i cieli delle regioni del Nord.

L’Ibis Eremita ucciso si chiamava Enno e faceva parte di un gruppo la cui migrazione era stata guidata fino alla laguna di Orbetello. Gli sono stati fatali ben 80 pallini di piombo, le cui ferite sono state rilevate in seguito ad un esame radiografico effettuato al Cras di Valpredina, in provincia di Bergamo. Si trattava di un giovane esemplare maschio.

L’Ibis Eremita fa parte delle specie protette in via di estinzione salvaguardate dal CITES, l’insieme di regolamentazione che ne vieta in maniera assoluta la caccia. L’ENPA, che giudica questo atto deplorevole e vergognoso, auspica che le forze dell’ordine conducano delle indagini approfondite per scovare e punire i responsabili. Anche ad inizio settimana c’era stato un caso che aveva coinvolto un Ibis Eremita nel Nord Italia.

Antonio Papa

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