Scoperto pesce che inietta morfina, possibili futuri sviluppi medici

Foto dell'autore

By Antonio Papa

Non solo Cani e Gatti

©Getty

Una grossa svolta in ambito medico potrebbe verificarsi nei prossimi anni grazie ad un piccolissimo pesce dalle sorprendenti abitudini: questi infatti è in grado di produrre nel proprio organismo una sostanza molto simile alla morfina, che poi inietta attraverso due grandi denti simili a canini. Tale sostanza è già stata provata sui topi e gli studiosi hanno potuto osservare che in seguito la sensazione del dolore in loro è sparita. Allo stesso modo si pensa di poter applicare questo procedimento nell’uomo.

Della scoperta si parla sull’ultimo numero della rivista specializzata ‘Current Biology’, nella quale si paventa una nuova strada da percorrere nello sviluppo di nuovi e più efficaci antidolorifici. A capo dello studio c’è il professor Bryan Fry dell’Università australiana del Queensland, assieme all’inglese Nichilas Casewell dall’ateneo di Liverpool.

Il pesce oggetto delle loro osservazioni appartiene alla famiglia dei Blennidi e ha una lunghezza media di appena 5 centimetri. Il termine blennide indica la sua peculiarità fisica relativa ai denti ‘a sciabola’. Tecnicamente questo pesce produce del veleno, con delle proteine che è possibile riscontrare anche nel veleno degli scorpioni, delle lumache di mare assassine e negli estratti della morfina e dell’eroina, capaci di azzerare il dolore ed anche di abbassare sensibilmente la pressione sanguigna, in maniera tale da causare un forte stato di torpore.

Purtroppo i pesci in analisi secernono solo una piccolissima dose di veleno, c’è bisogno perciò di un grosso lavoro per ottenerne in quatità sufficiente. Gli studiosi australiani ci sono riusciti sottoponendo al pesce dei campioncini di cotone intrisi poi della loro sostanza.

Impostazioni privacy