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Salute dei Cani

Ipossiemia da annegamento nel cane: cause, sintomi e trattamento

L’ipossiemia da annegamento nel cane è l’aspirazione di acqua ingerita da un’immersione prolungata. Vediamo quali i sintomi, le cause e come aiutare Fido.

(Foto AdobeStock)

Quando arriva l’estate tutti noi non vediamo l’ora di andare al mare e portare con noi il nostro amico a quattro zampe.

Naturalmente non a tutti i cani piace avere a che fare con l’acqua, tuttavia ci sono alcune razze che adorano immergersi e qualcuno si diverte proprio a tuffarsi, come ad esempio i Labrador, i Golden Retriever, i Terranova e altri ancora.

Queste sono solo alcune delle razze con cui potresti davvero divertirti al mare ma con le dovute attenzioni. Come sempre, il pericolo è dietro l’angolo, perché non è raro che si verifichi un’ipossiemia da annegamento nel cane.

Di cosa si tratta più precisamente? Come possiamo capire che Fido è in pericolo e come possiamo aiutarlo? Scopriamolo insieme.

Cause di ipossiemia nel cane

Le cause di ipossiemia da annegamento nel cane possono essere diverse.

(Foto Pixabay)

Fondamentalmente può essere una mancanza di attenzione e scrupolosità nel padrone.

Altri motivi che possono portare all’ipossiemia da annegamento nel cane sono:

  • precauzioni di sicurezza inadeguate;
  • cane giovane e inesperto (meno di quattro mesi di età);
  • cane era dentro o vicino all’acqua al momento dell’attacco;
  • a seguito di trauma cranico;
  • rapido calo della glicemia;
  • ritmo del battito cardiaco anormale;
  • svenimento mentre si trova in acqua.

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Sintomi

Quando il nostro amico a quattro zampe accusa un malessere, ciò che più conta è saper riconoscere quanto più rapidamente i segnali, per poter intervenire in modo rapido.

Ecco i principali sintomi di ipossiemia nel cane:

  • aumento o diminuzione della frequenza cardiaca;
  • cessazione della respirazione;
  • cuore può smettere di battere;
  • pelle e gengive bluastre;
  • respirazione difficoltosa;
  • semi-cosciente e stordito fino al coma;
  • suono amplificato dal petto;
  • tosse con sputo schiumoso che può andare da un colore chiaro al rosso;
  • vomito.

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Tipologia di annegamento

Un annegamento tipico si distingue in quattro fasi, ossia:

  • prima fase: il cane trattiene il respiro quando nuota ed è in movimento. In questa fase avviene un’aspirazione di acqua, annegamento e lotta per prendere aria. In seguito si presenta vomito e il cessare del movimento seguito dal decesso;
  • seconda fase: il cane esegue aspirazione di acqua dolce che porta ad un collasso delle cellule respiratorie con possibile polmonite infettiva. Al contrario, l’acqua del mare entra nei polmoni e negli alveoli (le cellule d’aria dei polmoni) poiché il cane non dispone di ossigeno a sufficienza;
  • terza fase: il tempo di immersione, la temperatura dell’acqua e il tipo di acqua dove il cane è immerso possono provocare un danno significativo ai suoi organi.

Diagnosi e trattamento da ipossiemia da annegamento nel cane

Per poter diagnosticare l’ipossiemia da annegamento nel cane, il veterinario dovrà procedere con un esame fisico dell’animale.

(Foto AdobeStock)

Alcuni test di routine e specifici come:

  • esame del sangue nel cane;
  • analisi delle urine e un pannello elettrolitico;
  • radiografie del torace (per scongiurare una polmonite da aspirazione o la presenza di liquido nei polmoni);
  • capacità di risposta uditiva;
  • radiografia cervicale;
  • tomografia computerizzata o una risonanza magnetica del cervello e del tronco cerebrale.

Oltre questi il veterinario potrebbe approfondire mediante un lavaggio endotracheale o transtracheale, seguito da un esame citologico, per concludere poi con un monitoraggio elettrocardiografico per esaminare i muscoli del cuore e determinare se l’organo ha subito danni.

In merito al trattamento di un’ipossiemia da annegamento nel cane, ciò che è possibile fare come intervento di primo soccorso, se nel caso vi trovaste davanti ai sintomi precedentemente elencati, dovrete liberare le vie aeree e procedere con la respirazione bocca a bocca, direttamente sul luogo dell’incidente.

Ciò che invece gli esperti raccomandano di non fare è procedere con un drenaggio posturale o delle compressioni addominali (la manovra di Heimlich), in quanto c’è un alto rischio che il cane vomiti e aspiri di conseguenza il contenuto dello stomaco.

Successivamente portare il cane subito dal veterinario, in quanto potrebbe aver bisogno di essere ricoverato d’emergenza e di ricevere ossigeno.

In caso di ipossiemia severa, ipercapnia o difficoltà respiratorie, potrebbe inoltre aver bisogno di assistenza respiratoria.

Il veterinario procederà a riscaldargli un po’ il corpo per due o tre ore, se il cane arriva in clinica ancora cosciente, la prognosi quasi sicuramente sarà buona.

Mentre se il cane è già in stato comatoso non ha grandi possibilità di sopravvivere, e neanche nel caso che presenti alti livelli di acidosi del sangue (pH inferiore a 7,0), o se ha bisogno della rianimazione cardiopolmonare o della respirazione meccanica.

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Ettore D’Andrea

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