L’origine dei gatti domestici non è quella che pensavamo: la scoperta genetica che riscrive millenni di storia felina
Per generazioni abbiamo immaginato che i gatti vivessero accanto agli esseri umani fin dagli albori dell’agricoltura, condividendo villaggi, granai e vita quotidiana. Ma nuove analisi genetiche hanno completamente riscritto l’origine dei gatti domestici, rivelando una storia assai diversa e molto più recente.
I felini che oggi popolano le nostre case, infatti, derivano da una singola popolazione di gatti selvatici nordafricani vissuti appena 2.000 anni fa, molto dopo le prime comunità agricole del Neolitico. Per decenni, alcuni ritrovamenti archeologici — come la famosa sepoltura di un gatto accanto a un essere umano a Cipro, risalente a 7.500 anni fa — hanno portato gli studiosi a credere che la domesticazione fosse già in corso.
Eppure, questi resti non raccontavano ciò che oggi conosciamo come l’autentica origine dei gatti domestici. Il nuovo studio ha analizzato il DNA di 70 antichi felini e 17 gatti selvatici, scoprendo che gli esemplari più antichi appartenevano in realtà al gatto selvatico europeo, una specie completamente diversa da quella da cui discendono i gatti moderni.
La vera domesticazione compare solo intorno a 2.200 anni fa, quando felini nordafricani iniziano a vivere stabilmente vicino agli insediamenti umani. È questo il momento in cui prende forma la reale origine dei gatti domestici: una relazione non più casuale, ma stabile e crescente, favorita dall’ambiente umano e dalle opportunità alimentari.
Da quel punto in avanti, la diffusione fu rapidissima. In pochi decenni i gatti compaiono in ogni angolo dell’Impero Romano, dalle coste del Mediterraneo fino alle isole britanniche, viaggiando con mercanti, soldati e navigatori. Questa accelerazione spiega perché l’attuale popolazione felina mondiale derivi da un unico ceppo genetico. La presunta domesticazione neolitica, di cui per anni si è parlato, non ha lasciato alcuna traccia nei gatti moderni: ciò che consideravamo un inizio era solo convivenza, non domesticazione.
Gli studiosi sottolineano che gli antichi gatti selvatici probabilmente si avvicinavano spontaneamente agli insediamenti umani per cacciare i roditori, instaurando un rapporto pratico ma non ancora affettivo. Solo in epoca romana emerge un legame più stabile, che getta le basi della moderna convivenza con i felini.
Questa nuova interpretazione dell’origine dei gatti domestici ci aiuta a comprendere meglio molti comportamenti attuali: la loro indipendenza, l’istinto predatorio, la necessità di autonomia. Sono tratti che derivano da un passato selvatico ancora molto vicino dal punto di vista evolutivo. Punti chiave dello studio:
Oggi, mentre osserviamo un gatto accoccolarsi sul divano, possiamo apprezzare quanto sia sorprendente la sua storia: un percorso evolutivo breve, intensissimo e unico nel mondo animale.
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