Alla comparsa dei suddetti sintomi, è necessario rivolgersi tempestivamente al proprio veterinario di fiducia, per evitare l’aggravarsi delle conseguenze e scongiurare, talvolta, anche la morte dell’animale.
La diagnosi di norma richiede, oltre ad un esame fisico, anche una radiografia ed ecografia all’addome del gatto, che confermeranno la presenza del disturbo.
Il trattamento terapeutico risolutivo è l’intervento chirurgico, con il quale vengono riposizionati i visceri all’interno del diaframma, procedendo contestualmente a ripararne le lesioni che avevano cagionato la fuoriuscita dei primi.
Purtroppo, come facilmente immaginabile l’ernia diaframmatica congenita non lascia spazio a significativi margini di intervento. Dunque di norma la morte sopraggiunge poco tempo dopo la nascita del gattino.
Il tasso di sopravvivenza all’operazione è molto alto (circa il 75%); i tempi di recupero dall’intervento possono variare, in relazione all’età del gatto e al suo stato di salute. La degenza richiede necessariamente un trattamento antidolorifico.
Per evitare che il felino si lecchi, impedendo la rimarginazione della ferita, è consigliabile ricorrere al collare elisabettiano o a pannolini per gatti.
A. S.
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