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Abbandonato da due mesi senza acqua e cibo in uno spazio angusto e buio

@Guardie Zoofile OIPA PAVIA

Lo hanno abbandonato dentro un casotto ed è riuscito a sopravvivere per diverse settimane senza acqua e cibo. Un carlino, di circa quattro anni, è stato salvato per miracolo dai volontari dell’Oipa di Pavia.

La sua storia è subito rimbalzata sulle pagine di cronaca locale. Alcuni abitanti di un quartiere di Filighera, in provincia di Pavia, hanno segnalato la presenza del cagnolino alle autorità comunali e all’Oipa, intervenuti sul posto per verificare i fatti.

“Una volta aperta la porta, ci siamo trovati innanzi ad una scena straziante, la bestiola era rinchiusa senza spazio. I residenti avevano raccontato che sentivano un cane abbaiare, ma non erano riusciti ad individuare la provenienza, finchè l’odore è diventato molto forte”, ha spiegato il vice sindaco.

Il cane era chiuso in uno spazio angusto, senza luce, nella sporcizia più totale senza acqua e cibo da almeno due mesi.

Il caso è stato denunciato dall’Oipa e dal Comune per  “abbandono e maltrattamento di animali”.

Secondo le indiscrezioni, le autorità hanno accertato che lo spazio appartiene ad un uomo che da tempo non vive a Filighera e dovranno ora verificare se il cane è di proprietà dell’uomo o di qualcuno che lo ha lasciato in quel luogo.

Il cane, chiamato Carlo, era privo di microchip, in condizioni pietose, con le zampe affette da rogna, le unghie lunghe, la postura ricurva, probabilmente dovuta all’assenza di movimento del cane e problemi alla vista, sicuramente provocati dal fatto che il cane era da tempo in uno stanzino, al buio.

I volontari lo hanno subito portato da un veterinario per effettuare le prime cure sul povero animale. Dagli aggiornamenti le condizioni del cane sono stabili e si attende che recuperi in modo da poter valutare meglio le sue condizioni relative alla vista e alla postura.

Adesso, le autorità comunali e l’Oipa auspicano in una sua adozione. Lo stesso vice sindaco ha assicurato che l’animale non sarà portato in un canile sanitario, sottolineando che “questo animale è stato sottoposto ad atroci sofferenze, peraltro durate a lungo e, una volta ristabilito, non verrà portato in un canile”.

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