Un sensibile e devastante appello è quello diramato dall’organizzazione in difesa degli animali dall’Ucraina: ne muoiono più di 200mila.
Un ulteriore appello giunge dall’Ucraina da “UAnimals“, un’organizzazione impegnata a difendere i diritti degli animali e al loro recupero in territorio nazionale durante il sanguinoso conflitto bellico indetto dall’invasione russa. Dal 24 febbraio scorso sono ufficialmente più di 200mila gli animali morti o dispersi a causa dello scoppio di esplosivi e all’utilizzo di armi da fuoco.
Alcune delle devastanti immagini delle ultime settimane si legano alle parole con cui l’organizzazione no-profit firma le disastrose cause della guerra e ciò che ha spinto, sin dal suo inizio, moltissimi cittadini ucraini a cercare gli animali sopravvissuti provando a metterli al riparo – talvolta accogliendoli nelle proprie abitazioni o trasportandoli in alcuni rifugi rimasti ancora illesi. Un’atto di solidarietà che continua nonostante essi stiano ogni giorno rischiando la propria vita.
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La maggior parte di loro si trovano in case ormai disabitate, soli, in attesa che qualcuno li faccia uscire. Oppure in strada costantemente spaventati dagli attacchi missilistici e dalle rovine che imperano nel Paese.
La responsabile dell’organizzazione di “Uanimals” ha spiegato le esperienze vissute in prima persona dai volontari dell’organizzazione quando – per effettuare sopralluoghi e recuperi – si addentrano in territori appena conquistati con la forza dalle truppe militari russe.
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Si tratta di uno scenario di rovine e terrore, che molto spesso non fa fatica ad entrare in netto contrasto con il coraggio mostrato dai volontari durante le loro missioni di salvataggio. I volontari, continua l’organizzatrice, si trovano in considerevole difficoltà anche a stabilire un semplice contatto con gli animali e il loro consecutivo recupero. Talvolta sono feriti e terribilmente provati, poiché rimasti senza un tetto e senza una famiglia e alla mercé degli spietati attacchi bellici.
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Altre volte la situazione facilita le missioni, facendo leva sull’alto grado di abbandono degli stessi animali – rimasti completamente senza viveri. I racconti dei sopravvissuti, inoltre, spiegano un ulteriore scenario preoccupante, opposto ma altrettanto spaventoso. Ossia di come i proprietari abbiano deciso – in gran numero – di non abbandonare i territori colpiti pur di non lasciare da soli i loro animali domestici. L’organizzazione mira dunque a fornire un ulteriore supporto a padroni e animali in pericolo e a sensibilizzare chiunque possa supportarli.
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