A 12 anni dalla scomparsa il gatto Finn ritrova la sua umana: una storia commovente e incredibile che ha emozionato gli utenti del web.

Smarrire un animale domestico è qualcosa di veramente doloroso; non sapere che fine abbia fatto il proprio cane o gatto, non sapere se è ancora vivo e se tornerà mai è motivo di grande preoccupazione, tristezza e angoscia. Non sempre si ha la fortuna di poter riabbracciare il proprio pet soprattutto se sono passati diversi anni dalla scomparsa. Eppure la vita, a volte, riserva delle sorprese inaspettate. Così è stato ad esempio per una donna britannica che a ben dodici anni dalla perdita del gatto di casa ha ricevuto una telefonata inaspettata.
Il ritorno a casa dodici anni dopo la scomparsa: l’emozione della donna per il ritrovamento del gatto
Il protagonista della storia è Finn, un gatto di quattordici anni allontanatosi da casa nel 2013 quando aveva solo due anni. Il ritrovamento del felino è avvenuto nei pressi di Barnstaple, nel Devon (in Inghilterra), poco distante dalla casa da cui il gatto si era allontanato un decennio prima.

A raccontare l’incredibile ritrovamento è il Daily Mail. In un’intervista alla pet mate di Finn si legge che il micetto aveva solo due anni quando è scomparso nel dicembre 2013, dopo essere uscito per la sua quotidiana passeggiata serale. La proprietaria, Michelle Watkin, ha cercato per anni il quattro zampe, contattando i veterinari locali e i rifugi e affiggendo volantini in giro per la contea. Ma senza successo.
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A dodici anni dalla scomparsa, quando ormai le speranze erano nulle, Michelle ha ricevuto una telefonata che mai si sarebbe aspettata: Finn era stato ritrovato a soli tre chilometri dalla sua casa. Grazie al microchip, obbligatorio per i gatti in Inghilterra, i veterinari hanno potuto identificare i pet mate del micio e contattarli. Non si sa dove Finn abbia vissuto in questi lunghi anni, né come sia riuscito a tornare così vicino alla casa di quando era un cucciolo. Ma a Michelle ora importa solo aver ritrovato l’amato gattino. Finn potrà trascorrere i suoi anni di vecchiaia tra le braccia amorevoli di chi tanti anni fa lo aveva scelto e adottato.
Che cosa fare quando si smarrisce un gatto
Quotidianamente in Italia e nel resto del mondo, centinaia di cani e gatti si allontanano dalle loro case, perdendo la strada e non riuscendo più a fare ritorno. I gatti sono animali curiosi e avventurosi per natura, amano esplorare gli ambienti al di là del loro habitat quotidiano. Tuttavia, è raro che i gatti non tornino a casa dopo essersi allontanati. Se non ritornano a casa, la ragione di questo comportamento potrebbe essere dovuta al fatto che sono spaventati da qualcosa che è accaduto durante la fuga, essersi fatti male, o aver perso l’orientamento. Nel caso in cui si smarrisce il gatto si può provare a mettere in pratica alcuni metodi per ritrovare il felino domestico scomparso.

Si consiglia di cercare il gatto durante le ore notturne. I mici sono animali notturni, e un gatto perso cercherà di proteggersi dal trambusto del giorno. Utile potrebbe essere poi portare con sé quando si cerca il gatto il suo giocattolo preferito. Tenendolo in mano in modo evidente, il felino potrà scorgerlo con facilità anche da lontano. Si consiglia inoltre di mettere piccole porzioni del cibo preferito del micio sotto al portico, nel cortile o nel parcheggio di casa, prediligendo alimenti a base di tonno e pollo.
L’importanza del microchip per i gatti
La storia del gatto Finn ricorda ancora una volta quanto sia importante microchippare i propri animali domestici. Le campagne di sensibilizzazione per microchippare i propri pet, al contempo informative e operative, si impegnano a coinvolgere i medici veterinari, invitati a esporre l’argomento trattato dalla campagna (con la distribuzione di oltre trentaquattro mila volantini), nonché a controllare gratuitamente il corretto funzionamento dei microchip di cani e gatti domestici.

I microchip sono dei microscopici dispositivi elettronici rivestiti di materiale biocompatibile, che vengono iniettati sotto alla pelle degli animali. Il microchip contiene un codice numerico che identifica il cane o il gatto e contiene tutti i dati informativi dei proprietari dell’animale attraverso un collegamento diretto con la banca dati dell’Anagrafe degli animali da affezione.
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Il microchip è obbligatorio per i cani, ma i proprietari di gatti e furetti possono decidere se identificare o meno i propri animali attraverso tale dispositivo. Dalle cifre della banca dati dell’Anagrafe degli animali d’affezione gestita dal Ministero della Salute emerge che, a fronte di quasi quattordici milioni di cani provvisti di microchip, i gatti siano poco più di un milione, mentre i furetti sono meno di duemila e quattrocento. Il microchip per gatti è obbligatorio in Italia solo in due regioni: Lombardia e Friuli Venezia Giulia. Per salvaguardare la salute degli animali persi o senza casa, è importante segnalare immediatamente gli animali smarriti o randagi per controllare la presenza di un chip e cercare di riunirli con i loro pet mate. (di Elisabetta Guglielmi)